Rachele Colombo ved. Fumagalli

Bianchi Gerardo

Rachele Colombo ved. Fumagalli

Descrizione

Identificazione: Ritratto di Rachele Colombo ved. Fumagalli

Autore: Bianchi Gerardo (Monza, 1845-1922)

Cronologia: post 1892 - ca. 1899

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tela / pittura a olio

Misure: 45 cm x 61 cm

Descrizione: ritratto a mezzo busto su fondo scuro

Notizie storico-critiche: L'effigiata è Rachele Colombo ved. Fumagalli, scomparsa in Monza il 10 gennaio 1892 all'età di 84 anni. La donna era la vedova dell'industriale Giovanni Antonio Fumagalli - titolare della ditta tessile "Fratelli Fumagalli di Gio Batta" - e madre di Costantino, Battista e Adelaide Fumagalli.
Rachele Colombo entrò a far parte del novero dei benefattori dell'Ospedale per volontà del figlio Costantino Fumagalli, come già venti anni prima aveva fatto la sorella Adelaide in memoria del loro padre, Gio Antonio. Il 15 gennaio 1892, cinque giorni dopo il decesso della madre, Costantino Fumagalli informò la Congregazione di Carità di Monza di voler "rendere un tributo d'onore" alla madre, fondando "un letto nella Casa di Ricovero in Monza al nome della stessa e [...] di pagare la relativa somma di lire 10.000 cinque giorni dopo che mi sarà data comunicazione dell'autorizzazione tutoria ad accettare questa mia offerta", con le condizioni che venissero corrisposte 365 lire annue ai coniugi Tomaso Colombo fu Antonio e Maria Roberti, parenti della madre residenti a Borgomanero, vita loro naturale durante. Il donatore si riservò per sé e per i propri successori la nomina del ricoverato del letto fondato nella Pia Casa, che sarebbe stato attivato immediatamente dopo il decesso dei predetti coniugi. Il donatore, inoltre ritenne a suo carico le tasse inerenti al detto legato e si obbligò a "somministrare il ritratto della defunta, risparmiando così una spesa alla Pia Casa di Ricovero" (ASCRIMz 22/3, 118).
Il dono di un ritratto da parte della famiglia è un evento insolito nella storia della Quadreria dei Benefattori, per lo meno entro queste date: solitamente la famiglia forniva un modello, pittorico o fotografico, al quale gli artisti - generalmente contattati e scelti dalla Congregazione di Carità - prendevano spunto per la realizzazione delle effigi; talvolta accadeva che fossero gli stessi familiari a scegliere il pittore a cui affidarne l'esecuzione.
La benefattrice è ritratta a mezzo busto su fondo scuro, ripresa di tre quarti con le braccia incrociate; l'immagine appare molto convenzionale, probabilmente derivata da una fotografia. La lettura del ritratto è compromessa dal cattivo stato di conservazione degli strati pittorici, ma sembra inserirsi nel filone delle immagini eseguite dall'autore nell'ultimo decennio del secolo, dove l'attenzione si concentra sulla resa sommaria del volto e poche sono le concessioni agli elementi descrittivi del costume e dell'ambiente.
Gerardo Bianchi, figlio di Giosuè e fratello minore di Mosè Bianchi, verso la fine degli anni '80 assunse diversi incarichi come ritrattista dei benefattori per conto dei Luoghi Pii monzesi (ASHSG VI, 523). Avvalendosi della pratica fotografica, che esercitò a livello professionale (Cassanelli 2000, p. 9), nel corso della sua lunga attività passò in rassegna i più rappresentativi esponenti della borghesia locale, dando vita a una variegata galleria di ritratti.
Sono diversi i ritratti conservati presso la Quadreria ospedaliera che documentano il legame dei Fumagalli, ricchi industriali monzesi, alle istituzioni benefiche cittadine: quello del capostipite Gio Batta (INV. N. 131783) e quelli dei suoi figli, Luigia vedova Longo (INV. N. 131915 ) e Gio Antonio (INV. N. 131817 ), marito di Rachele.
L'attenzione verso le opere caritative venne perpetrato dai nipoti: si ricordi il legato a carico del fratello ed erede, Battista, di 12.000 lire a favore dell'Ospedale di Monza per "una piazza di cronici" disposto da Costantino, nel proprio testamento datato 31 luglio 1912 (ASHSG VI, n. rep. 843).
Il ritratto conserva l'etichetta inventariale dell'Ospedale Umberto I, secondo la denominazione che il nosocomio monzese assunse nel 1896 col trasferimento dalla vecchia sede di Piazza Isola all'edificio di Via Solferino (Colombo 2002, pp. 39, 60, 186 e ss.).

Collocazione

Provincia di Monza e Brianza

Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. di Monza

Credits

Compilazione: Mantovani, Gabriella (2007)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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