Ingeg. Francesco Mantegazza

Bianchi Gerardo

Ingeg. Francesco Mantegazza

Descrizione

Identificazione: Ritratto dell'Ing. Francesco Mantegazza

Autore: Bianchi Gerardo (Monza, 1845-1922)

Cronologia: 1884

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tela / pittura a olio

Misure: 44.5 cm x 60 cm

Notizie storico-critiche: Il ritratto raffigura l'Ingegnere Francesco Mantegazza, morto a Monza il 27 novembre 1882, all'età di sessantanove anni, nella sua casa di via Zucchi n. 324.
Figlio dei furono cav. Paolo e Rho Maria e fratello di Laura, Antonia, Gio Battista e don Carlo, Francesco Mantegazza faceva parte di una delle famiglie più ricche e facoltose di Monza: il padre fu Podestà della città dal 1815 al 1823, mentre il fratello Giovan Battista era il padre del famoso Paolo Mantegazza, antropologo di fama internazionale. Con testamento olografo datato 3 novembre 1881 Francesco Mantegazza istituì eredi universali in parti uguali il fratello ancora vivente, don Carlo, e i figli dei suoi fratelli, già deceduti. Con due successivi codicilli, il primo datato 20 maggio 1882 e il secondo 16 settembre 1882, dispose un paio di legati da soddisfarsi dai suoi eredi; col primo dispose per la "Casa di Ricovero in Monza lire 7.000 per una piazza", mentre col secondo dispose di lasciare "all'Orfanotrofio femminile in Monza quanto basta per una piazza, la cui nomina spetterà ai miei eredi" (ASCRIMz 26/8, nn. repp. 9235/9236 e 9237 e n. rep. 7001/7242).
Durante il regno sabaudo le donazioni pervenivano alla Congregazione di Carità, l'ente cui era stata affidata l'amministrazione di tutti gli istituti assistenziali della città, compreso il Luogo Pio Convenio o Ospedale di San Bernardo.
Gli eredi dell'ing. Francesco Mantegazza disposero a titolo di liberalità la somma di 10.500 lire, ripartibili per lire 7.000 alla Pia Casa di Ricovero e per lire 3.500 all'Orfanotrofio Femminile, impegnandosi a saldare il legato entro il 12 gennaio 1884.
Il ritratto del defunto benefattore fu commissionato ed eseguito dal pittore monzese Gerardo Bianchi, che lo presentò agli uffici della Congregazione di Carità di Monza il 19 marzo 1884. Un tale lasso di tempo intercorso tra la morte del benefattore e l'esecuzione del ritratto è abbastanza insolito e si può spiegare con la prudenza dell'amministrazione, che preferì ricevere il legato prima di commissionare il ritratto del Mantegazza.
Questo intervallo di tempo, inoltre, dovette creare difficoltà all'artista, che presentò l'effigie "che dovrebbe rappresentare il fu ing. Francesco Mantegazza fatto a reminescenza, mancando ogni fotografia a ricordo del defunto" (ASCRIMz 26/8, 284).
Il ritratto è inserito nell'inventario che fu stilato dopo la soppressione della Congregazione di Carità, nel 1938, dall'Ospedale Umberto I, come fu denominato il nosocomio nel 1896, dopo il trasferimento dalla vecchia sede di Piazza Isola all'edificio di Via Solferino (Colombo 2002, pp. 39, 60, 76, 186 e ss.).
Il ritrattato è colto a mezzo busto seduto di tre quarti verso destra. Nonostante la riproduzione sicura dei tratti fisionomici, ottenuti con pennellate contrapposte e fluide, il ritratto mostra i limiti di una stesura convenzionale e corriva nel ricorso a una tavolozza cupa e spenta e nella definizione della seduta e del fondo, priva di suggestioni spaziali.
Dalla lettura del testamento olografo di Francesco Mantegazza veniamo a conoscenza delle sue sorelle, "Antonia Mantegazza maritata Schrank e Laura Mantegazza maritata Brambilla"; le due donne, morte entrambe nel 1876, furono anch'esse benefattrici della Pia Casa di Ricovero e Industria: i loro ritratti sono presenti in Quadreria al INV. N. 131932 e 131835.

Collocazione

Provincia di Monza e Brianza

Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. di Monza

Credits

Compilazione: Mantovani, Gabriella (2007)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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