Angelo Oreni

Bianchi Gerardo

Angelo Oreni

Descrizione

Identificazione: Ritratto di Angelo Oreni

Autore: Bianchi Gerardo (Monza, 1845-1922)

Cronologia: post 1912 - ca. 1924

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tela / pittura a olio

Misure: 44.5 cm x 58.5 cm

Descrizione: ritratto a mezzo busto su fondo neutro

Notizie storico-critiche: L'effigiato è Angelo Oreni, figlio del fu Domenico Oreni e della signora Luigia Borrani, nonché fratello di Ida(maritata Canali), Attilia (maritata Pianavia Vivaldi) e del dottor Giuseppe Oreni, per più di 30 anni primario oculista presso l'Ospedale Umberto I (ASCRIMz 21/5, n. rep. 879; ADHSG 19/2).
Secondo l'iscrizione riportata sul retro del dipinto l'effigiato scomparve il 15 luglio 1911.
In una lettera - redatta su carta intestata "Vedova Oreni/tessitura meccanica" - datata 10 luglio 1912, la signora Luigia Borrani vedova Oreni chiese alla Congregazione di Carità di Monza che, in memoria dell'anniversario della "morte disgraziata" del figlio Angelo, venisse istituito un letto nella Pia Casa di Ricovero portante il suo nome (ASCRIMz 21/5, 652). Perché potesse compiersi tale istituzione la donna donò alla Congregazione una cartella al portatore dell'annua rendita di 450 lire (ASCRIMz 21/5, n. rep. 879).
E' noto che durante il regno sabaudo i patrimoni dei legati pii venivano concentrati nella Congregazione di Carità, l'ente che amministrava tutti gli istituti benefici della città, compresa la Pia Casa di Ricovero, sorta nel 1831 con lo scopo di ricoverare e mantenere poveri vecchi monzesi, di ambo i sessi, inabili al lavoro.
Il ritratto di Angelo Oreni fu commissionato in forma gratulatoria dall'istituto che ricevette l'elargizione, secondo la tradizione istituita dalla Ca' Granda milanese e condivisa dalla gran parte delle istituzioni lombarde (Coppa 2002, p. 105). L'effigie fu eseguita da Gerardo Bianchi, il fratello minore di Mosè Bianchi, che apprese l'arte del ritratto dal padre Giosuè.
Si tratta di un'immagine molto convenzionale, col soggetto a mezzo busto su fondo neutro, impostato in leggero tre quarti, con la testa rivolta verso destra; la fissità dello sguardo tradisce la derivazione della fisionomia da una fotografia, secondo una prassi in uso tra i pittori di effigi post mortem. Si ricorda a questo proposito che Gerardo Bianchi esercitò l'attività fotografica parallelamente a quell'artistica, nel suo atelier monzese in via Frisi 2 (Cassanelli 2002, p. 109).
Dal punto di vista dello stile, l'opera manifesta affinità con l'effigie di Antonio Galbiati (INV. N. 131955), che il Bianchi dovette realizzare nello stesso periodo.
Per quanto riguarda il costume, rispetto all'abbigliamento formale di derivazione ottocentesca, notiamo l'introduzione di un capo più sportivo, il 'pullover' - qui bianco con profondo scollo a 'V' indossato sopra la camicia -, e l'uso della cravatta lunga e colorata, stretta sotto il colletto con un nodo piatto, secondo una foggia che rimase invariata per tutto il Novecento e che perdura ancora oggi.
Il ritratto è inserito nell'inventario del 1938, stilato dopo la soppressione della Congregazione di Carità dall'Ospedale Umberto I, come fu chiamato il nosocomio cittadino nel 1896 in seguito al trasferimento dalla vecchia sede di Piazza Isola all'edificio di Via Solferino (Colombo pp. 39, 60, 76, 186 e ss.).
Anche la madre di Angelo Oreni entrò a far parte dei Benefattori della Quadreria (col INV. N. 131871) in seguito alla donazione disposta dai figli dopo la sua morte, avvenuta il 5 giugno 1919.

Collocazione

Provincia di Monza e Brianza

Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. di Monza

Credits

Compilazione: Mantovani, Gabriella (2007)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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