Filippo Pennati
Bianchi Gerardo
Descrizione
Identificazione: Ritratto di Filippo Pennati
Autore: Bianchi Gerardo (Monza, 1845-1922)
Cronologia: post 1890 - ca. 1899
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: tela / pittura a olio
Misure: 70 cm x 90.5 cm
Descrizione: ritratto a busto intero su fondo scuro
Notizie storico-critiche: L'effigiato è Filippo Pennati, scomparso il 4 novembre 1893 all'età di 82 anni.
Il suo nome compare tra quelli dei benefattori dell'ospedale, inciso sulla lapide commemorativa posta all'ingresso dell'Ospedale Vecchio, posto in via Solferino.
Filippo Pennati fu un importante appaltatore della pulizia stradale, molto popolare sia a Monza che a Milano, dove rappresentava il modello del "self made man": iniziò a lavorare dapprima come garzone nell'osteria paterna, poi si adoperò come spazzino municipale fino a divenire impresario del servizio di pulizia nella metropoli milanese.
Sulle pagine della "Rivista monzese" dell'8 novembre 1893 compare il suo necrologio (per un refuso Filippo è chiamato "Penati" in vece di "Pennati"), che delinea efficacemente la figura umana e professionale del nostro effigiato: "Piccolo, grosso, grasso vestito sempre con un largo zamarrone, malgrado la grande fortuna da lui fatta oltre che con gli appalti stradali, con alcune felici speculazioni. La sua massima fondamentale era che colle piccole idee si fanno le cose piccole, colle grandi le cose grandi. Lo si vedeva spesso sulla ferrovia da Milano a Monza in un modesto compartimento di 3° classe ed è classica la sua risposta a chi gliene faceva l'osservazione: <
Nel volume di Otto Cima "Mezzo secolo di caricatura milanese" è riprodotta una simpatica caricatura del monzese, riconoscibile per la mole importante e per i lunghi baffi bianchi, che accompagna una breve ma efficace descrizione di quella che doveva essere la personalità del nostro ritrattato: "Favorito, per il diametro della sua persona, da un soprannome che non è lecito ripetere, l'appaltatore della pulizia stradale milanese, Filippo Pennati, veniva tutti i giorni a Milano da Monza, dove aveva casa, fondi, famiglia, tutto insomma, tranne i registri della sua complicata amministrazione, perché quelli (prima nota, giornale, mastro, libro di cassa, ecc.) li aveva tutti in testa. E se nascevano contestazioni, tira molla, aveva sempre ragione lui, sia perché la memoria di quell'eccezionale analfabeta era prodigiosa, sia perché la sua voce potente superava quella dei suoi oppositori messi insieme" (Cima 1928, p. 78).
Il Pennati possedeva diversi stabili in Monza, specialmente in borgo Lecco (attuale via Lecco), tra cui la bella villa Archinti, già sede del Collegio dei Barnabiti, comprata nel 1873 e affittata all'amministrazione della Casa Reale finché Umberto I tenne corte a Monza.
Non essendo coniugato lasciò tutti i suoi beni a Carlo, Umberto, Alessandro e Alfonso Pennati, figli del fratello Giuseppe.
Sa la mancanza di documentazione non ci permette di conoscere l'oggetto della beneficenza del Pennati né chi commissionò questo ritratto, tuttavia il necrologio sulla "Rivista monzese" ci informa che al suo funerale intervennero molti rappresentanti delle istituzioni benefiche cittadine e milanesi (Rivista monzese, anno III, n. 45).
Il ritratto del Pennati è firmato dal pittore monzese Gerardo Bianchi: qui il benefattore è ritratto seduto, col busto frontale e la testa girata verso sinistra; la posizione delle braccia, appoggiate con impazienza sulle gambe, e lo scatto del capo conferiscono all'effige il carattere di una ripresa istantanea, lontano dalle ingessature dello schema convenzionale del ritratto ufficiale. Il volto del ritrattato è efficacemente espressivo e ben caratterizzato nella definizione dei tratti somatici e della folta barba bianca. L'effigie dovette essere realizzata sulla base di una ripresa fotografica informale: la stessa presenza del fez di velluto contribuisce a dare all'immagine un tono di colloquiale semplicità.
Come nota di costume si osserva l'utilizzo di un cravattino nero e sottile annodato a fiocco del tutto simile a quello portato da altri benefattori già sul finire del nono decennio (v. ritratto di Alessandro Zappa, INV. N. 131798).
Sul rovescio del dipinto si conserva l'etichetta dell'inventario stilato nel 1938, dopo la soppressione della Congregazione di Carità e l'istituzione dell'ECA (Colombo 2002, pp. 39, 76). L'iscrizione commemorativa posta sul retro del dipinto ricondece erroneamente la data di decesso al 3 settembre 1893.
Collocazione
Provincia di Monza e Brianza
Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. di Monza
Credits
Compilazione: Mantovani, Gabriella (2007)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/7a010-00187/
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