Giuseppe Vago

Bianchi Mosè

Giuseppe Vago

Descrizione

Identificazione: Ritratto Giuseppe Vago

Autore: Bianchi Mosè (Monza, 1840-1904)

Cronologia: 1868

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tela / pittura a olio

Misure: 87 cm x 105 cm

Descrizione: ritratto a mezza figura ambientato

Notizie storico-critiche: Essendo stata coperta - o cancellata - l'iscrizione commemorativa che si trovava sul fianco della poltrona, l'identità dell'effigiato è ricavata dalla scheda del 1923 e dall'Inventario Generale, che registra il ritratto dal 1989.
Giuseppe Vago (o Vaghi) nacque il 19 maggio 1806 a Cesano Maderno. Nel 1836, all'età di trent'anni, fu assunto come 'diurnista' presso la Ragioneria dell'Ospedale di San Bernardo e dei Luoghi Pii Uniti di Monza, dove fece una rapida carriera come contabile, fino a diventare Ragioniere in capo nominato dall'Imperial Regio Governo "col soldo di Lire 1.200", prestando giuramento il 20 settembre 1846 (ASHSG VIII; Barzaghi 2007, p. 22). Il nome inciso su una delle lapidi commemorative poste all'ingresso dell'edificio di via Solferino e la presenza del ritratto nella Quadreria dell'Ospedale rendono testimonianza di una beneficenza fatta a favore dell'ente per il quale il funzionario aveva lavorato tutta la vita.
Dai documenti apprendiamo che, nel maggio 1871 il Ragionier Capo Giuseppe Vaghi chiese alla Congregazione di Carità di essere messo in stato di quiescenza "per sventure di famiglia, per avanzata età e per motivi fisici", che gli impedivano di "attendere con zelo e premure alle importanti mansioni che sono annesse al di lui posto" (ASHSG XLVI). Questo dato ci informa che il ritratto del Ragioniere - firmato da Mosè Bianchi e datato 1868 - venne eseguito col benefattore ancora in vita. L'opera potrebbe essere stata realizzata per una iniziale destinazione privata e poi, in un secondo tempo, aver fatto ingresso nella raccolta ospedaliera dopo la morte dell'effigiato.
Tra i "Quadri dei Benefattori" citati nell'Inventario dei beni mobili e preziosi dell'Ospedale (1907), il ritratto del benefattore è accostato alla data "1877", che potrebbe corrispondere all'anno della scomparsa dell'effigiato.
In ogni modo la critica ipotizza la conoscenza diretta del personaggio da parte dell'artista che con questo ritratto realizza una delle opere più efficaci dell'intera Quadreria, segnalata dal Biscottini per la "vigorosa esecuzione della figura" (Biscottini 1987, p. 301).
Rispettando la convenzionalità del genere gratulatorio, il Bianchi realizzò una delle opere migliori di tutta la Quadreria. Riprendendo il soggetto seduto nella penombra dello studio, il pittore riuscì a rendere "vibrante di intelligenza e umanità la figura del Vago, impostata accademicamente, ma ben riuscita nella cromia e nella luce radente da sinistra e giocata fra il volto, lo sparato e le mani, fino ad illuminare le carte testamentarie sulla scrivania". L'effetto della luce fortemente contrastata inserisce il dipinto nella scia tardo-romantica della pittura ottocentesca lombarda e lo pone al limite della produzione pittorica di matrice letteraria e storica del Bianchi, che andava progressivamente orientando le sue scelte verso "un realismo mitigato e patetico", riconducibile alla pittura di genere (Biscottini 1996, p. 138).
Il ritratto fu esposto alla Mostra Commemorativa che la città di Monza dedicò nel 1924 al suo artista più illustre nel ventennale della morte (dov'era era intitolato al "Rag. Giuseppe Vaghi" - come del resto è scritto sulla lapide marmorea sopra citata - e dichiarato di proprietà della Congregazione di Carità di Monza), e anche alla grande rassegna del 1987 dedicata a "Mosè Bianchi e il suo tempo".
Nella Quadreria del San Gerardo si conserva anche un altro ritratto di Mosè Bianchi, raffigurante Maria Corbetta (INV. N. 131978). E' interessante notare che tra i due effigiati intercorse un rapporto di conoscenza e fiducia: Giuseppe Vaghi fu infatti tutore ed esecutore testamentario della signora Corbetta, malata cronica e ricoverata presso l'ospedale monzese, che col suo testamento olografo (datato 27 settembre 1861 e pubblicato il 6 luglio 1868) istituì erede universale della propria sostanza la Causa Pia Bellani, amministratrice dell'Orfanotrofio Femminile di Monza (ASBMz 33/1, 491).
Atteso che entrambe le effigi furono eseguite nel 1868 e dallo stesso artista, si potrebbe pensare ad una commissione coeva da parte dello stesso Ragionier Vaghi. Tuttavia, in assenza di conferme documentarie, questa supposizione è destinata a rimanere tale.

Collocazione

Provincia di Monza e Brianza

Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. di Monza

Credits

Compilazione: Mantovani, Gabriella (2007)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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