Antonietta Bellani Fossati
Amisani Giuseppe
Descrizione
Identificazione: Ritratto di Antonietta Bellani Fossati
Autore: Amisani Giuseppe (Mele Lomellina, 1881 - Portofino, 1941)
Cronologia: 1920
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: tela / pittura a olio
Misure: 70 cm x 91 cm
Descrizione: ritratto a mezza figura
Notizie storico-critiche: Antonietta Bellani (1859-1920) fu l'ultima discendente del ramo cadetto di Angelo Bellani, l'illustre sacerdote monzese fondatore dell'omonima Opera Pia, e moglie di Felice Fossati, facoltoso industriale tessile di Monza. Dopo la sua scomparsa, avvenuta il 17 aprile 1920, il cognome Bellani fu assunto insieme con quello dei Fossati nell'intestazione della fabbrica e dagli eredi (Colombo 2002, p. 134). In bibliografia è citata la donazione fatta dai coniugi Fossati all'Ospedale Umberto I, che era sorto intorno al 1896 proprio sui terreni di proprietà della loro famiglia (Barzaghi 2007, p. 17, Pozzi / Merlini, 2007, p. 25). Il nome di Antonietta Bellani vedova di Felice Fossati è ricordato sulla lapide commemorativa posta all'ingresso dell'edificio di Via Solferino insieme con quanti beneficarono l'ospedale negli anni 1918-1920, subito dopo la Grande Guerra.
Il pittore Giuseppe Amisani, che era un apprezzato ritrattista presso la nobiltà milanese, eseguì questo ritratto nello stesso anno in cui la ritrattata morì, restituendo un'immagine straordinariamente presente della donna, che colpisce per la sofisticata eleganza. Il chiarore etereo dell'incarnato si fonde con quello argenteo dei capelli e l'intensa espressività del viso assume un risalto palpitante. La pittura è libera e vibrante, ottenuta con pennellate liquide e intrise di luce, alternate a macchie di colore. La scelta cromatica si basa su una gamma di toni freddi e raffinati. L'Amisani si conferma con questo ritratto pittore di "immagini piacevoli e immediate, capaci di rispecchiare il tipo di bellezza proposto dalla moda del tempo" (Mattioli Rossi 1981, p. 358)
Il confronto con il ritratto pendant del coniuge (INV. N. 131878), che si pensa eseguito a posteriori, fa pensare a una ripresa dal vivo o, perlomeno, alla conoscenza diretta del soggetto da parte del pittore. D'altro canto, il ricorso a un pittore estraneo all'entourage strettamente locale, sembrerebbe confermare la committenza privata del ritratto. A testimonianza di ciò si segnala che né la cornice né la vecchia numerazione inventariale sono omologabili con quelle che si trovano generalmente sui ritratti gratulatori della raccolta ospedaliera. E' ipotizzabile, pertanto, che l'opera fosse entrata nella Quadreria, insieme al suo pendant, al seguito del lascito testamentario o come dono della famiglia.
Collocazione
Provincia di Monza e Brianza
Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. di Monza
Credits
Compilazione: Mantovani, Gabriella (2007)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/7a010-00196/
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