Carlo Ricci
Castelli Filippo
Descrizione
Identificazione: Ritratto di Carlo Ricci
Autore: Castelli Filippo (Monza, 1859-1932)
Cronologia: 1920
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: tela / pittura a olio
Misure: 120 cm x 162 cm
Descrizione: ritratto a figura intera ambientato
Notizie storico-critiche: Non essendo presenti sul ritratto iscrizioni commemorative l'identità dell'effigiato è ricavata dalla scheda del 1983 e dall'Inventario Generale del 1989.
Carlo Ricci nacque nel 1854 a Samarate, vicino a Varese. Trasferitosi a Monza nel 1867, a soli 13 anni, fu assunto come garzone al Cappellificio Omarini e, in seguito, passò alle dipendenze dei fratelli Valera. Conobbe una carriera impressionate, divenendo capo-sezione, sorvegliante, dirigente fino ad acquisire il ruolo di gerente nel 1879, a 25 anni. Alla morte di Gio Batta Valera (nel 1880) ne sposò la vedova, Genoveffa Corsiglia, e il cappellificio mutò ragione sociale e denominazione, divenendo la ditta "G.B. Valera & Ricci"(Longoni 1987, p. 144). Il nuovo stabilimento sorse lungo l'attuale corso Milano: all'epoca era considerato uno dei più moderni e razionali, nonché il "migliore del mondo sotto il profilo igienico" (Longoni 1987, p. 148). Sotto la guida del Ricci il cappellificio assunse importanza e valore internazionali: a lui si deve l'importazione dall'Inghilterra di macchinari meccanici moderni, che consentirono lo sviluppo dell'attività e l'apertura di diversi stabilimenti e sedi all'estero, in Spagna e in Brasile (Longoni 1987, p. 149). Nel 1902 Carlo Ricci fondò la Federazione degli Industriali Monzesi, di cui fu il primo presidente, mentre nel 1908 fu nominato Cavaliere del Lavoro e Presidente della Congregazione di Carità, l'ente che dall'Unità gestiva l'amministrazione dei Luoghi Pii di Monza.
Negli archivi dell'Ospedale si conservano alcuni documenti che attestano la generosità del Ricci, che più volte elargì somme a favore dei Pii Stabilimenti: nel marzo del 1907, in qualità di Presidente della Federazione degli Industriali Monzesi, volle festeggiare il quinquennio della fondazione donando all'Ospedale "Lire 200 da distribuirsi in beneficenza" mentre nel novembre dello stesso anno, in occasione del matrimonio della figlia Ermelinda, donò 128 lire da "distribuire ai 64 cronici degenti [...] in ragione di L. 2 per ogni cronico" (ASHSG IV).
Già nel febbraio 1894 aveva elargito, insieme alla consorte, la somma di 10.000 lire a favore della Pia Casa di Ricovero di Monza per l'istituzione di una piazza in memoria del sig. Giovanni Battista Valera, primo marito della signora Genoveffa Corsiglia (ASCRIMz 28/13, rep. 4887/744).
Nel 1917, in seguito alla morte dell'amatissima moglie, avvenuta il 6 giugno dello stesso anno, il Ricci e le figlie della donna - Giuseppina Valera ed Ermelinda Ricci - donarono in sua memoria una somma considerevole per "costituire un fondo per l'esercizio di un riparto per Maternità presso il detto Civico Ospedale Umberto I". Nel 1920 il signor Ricci ripeté il munifico gesto, disponendo una rendita annua di L. 350 da elargirsi in elemosine nell'anniversario della scomparsa della consorte (ECA2Mz, 2.5,16 (b. 10), unità 64, n. rep. 4229/1643 e n. rep. 5813/2546).
Forse in memoria delle predette donazioni il nome di Carlo Ricci ricorre due volte sulle lapidi che ricordano i benefattori dell'Ospedale, poste all'ingresso dell'edificio di Via Solferino. La targhetta che si osserva sulla cornice del dipinto, invece, rende testimonianza del legame tra il Ricci e il fondo "Monza Benefica", la sottoscrizione inaugurata nell'anno 1918 per iniziativa degli industriali monzesi con lo scopo di concorrere ai bisogni degli enti assitenziali cittadini (Colombo 2002, p. 194). Carlo Ricci morì in Monza nell'aprile del 1925 (Crespi / Merati 1982, p. 104).
Il successivo 27 aprile la figlia Ermelinda Ricci Pavanelli donò alla Congregazione di Carità di Monza 25.000 lire per l'acquisto di materiale scientifico in memoria del padre. Il 20 aprile 1926 la donna reiterò l'atto benefico offrendo 40.000 lire "ad aumento del fondo già esistente per il Padiglione Maternità" affinché la ricorrenza della morte del genitore venisse "ricordata anche da codesta Istituzione alla quale amorosamente Egli dedicò la sua opera benefica".
Il grande ritratto riprende il soggetto a figura intera, seduto accanto ad un tavolo su cui sono sparse alcune carte: verosimilmente si tratta delle sue volontà testamentarie, secondo la più classica delle iconografie gratulatorie.
Filippo Castelli eseguì l'effigie nel 1920, quando il benefattore era ancora in vita. La ripresa diretta gli permise di realizzare un'immagine d'indubbio valore, che si distingue per la vivezza e l'adesione alla psicologia del ritrattato e che traduce, con intensa espressività, un profondo senso d'umanità e la gentilezza d'animo. La pittura è materica e corposa, condotta con una tecnica moderna, mentre l'impostazione generale, così come la descrizione dell'ambiente, rimandano ai modelli già codificati nella raccolta della Cà Granda milanese (v. il ritratto di Tullo Massarani di Luigi Conconi; Poletti1981, p. 287).
In Quadreria sono conservati due ritratti della consorte del Ricci, Genoveffa Corsiglia (INV. NN. 131795 e 131959), eseguiti da Emilio Parma.
Collocazione
Provincia di Monza e Brianza
Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. di Monza
Credits
Compilazione: Mantovani, Gabriella (2007)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/7a010-00197/
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