Avv. Carlo Antonietti

Castelli Filippo

Avv. Carlo Antonietti

Descrizione

Identificazione: Ritratto dell'Avv. Carlo Antonietti

Autore: Castelli Filippo (Monza, 1859-1932)

Cronologia: post 1919 - ca. 1924

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tela / pittura a olio

Misure: 70 cm x 90 cm

Descrizione: ritratto a mezza figura

Notizie storico-critiche: L'identità dell'effigiato è dedotta dalla scheda di catalogo del 1983, cui dovette riferirsi anche l'Inventario Generale che registra il ritratto dal 1989.
Carlo Antonietti nacque nel 1855, figlio di Emilia Cernuschi e del dottor Gaetano Antonietti, affermato clinico attivo presso il nosocomio monzese (anch'egli benefattore dell'Ospedale e presente in Quadreria con INV. N. 131864).
Dopo aver appreso le tecniche di tessitura in Svizzera e in Belgio, tornò a Monza nel 1876, alla morte del padre, dove fondò con Edmond Frette e Giuseppe Maggi la ditta "Frette", famosa per la produzione e il commercio della biancheria per la casa. Con l'incarico di amministratore delegato l'Antonietti seppe dare nuovi impulsi all'azienda, grazie ai quali il marchio conobbe un'enorme diffusione, avvalendosi anche della vendita per corrispondenza. Attento ai bisogni dei suoi operai, importò diverse innovazioni apprese durante un viaggio a Londra, dove conobbe le idee liberaliste e democratiche; nel 1906 in occasione dei settecento anni dalla morte del santo compatrono monzese, San Gerardo, fondò la Cooperativa San Gerardo per la costruzione di case popolari in Monza (Longoni 1987, p. 148). Uomo di grande fede, Carlo Antonietti si impegnò in diverse opere benefiche: fu fabbriciere della parrocchia di San Gerardo, presidente della Conferenza di San Vincenzo e membro comunale per le scuole elementari. Fu consigliere comunale a fianco di don Telamoni e nel 1904 fu assessore nella giunta Paleari (Chichi 2008, p. 21). Ritiratosi dall'attività lavorativa a 60 anni per ragioni di salute, morì il 16 marzo 1919 nella sua villa Pace presso Cantù (Nava, pp. 8-9). Nel 1950 la città di Monza intitolò al suo nome una via urbana (Chichi 2008, p. 21).
Il 4 settembre 1928, in previsione del decimo anniversario della scomparsa del cav. Carlo Antonietti, i suoi eredi - la moglie Caterina Acquistapace e i figli ing. Cav. Giovanni Battista, Gaetano, Emilia e Giulia - donarono alla Congregazione di Carità il capitale di 60.000 lire "per assicurare [...] un moderno e adatto arredamento" all'Istituto dei Cronici del Civico Ospedale di Monza (ECA2Mz, 2.5, 36 (b. 11), unità 84, n. rep. 17401/8802).
Nella lettera di ringraziamento alla vedova Antonietti, il Presidente della Congregazione ebbe a congratularsi per "il nuovo manifesto segno d'amore verso questi Luoghi Pii che la di lei Famiglia ha espresso con tale donazione, [...] ben degno della figura del defunto di Lei Marito, che nella memoria dei concittadini rimane onesta di virtù ed adorna di qualità esemplarissime", aggiungendo che "questa Presidenza, per onorare l'illustre defunto e per concretare quella gratitudine e quella riconoscenza che le parole non riescono ad eguagliare, ha stabilito di murare una lapide nella nuova sede dell'Istituto dei Cronici che perpetui in modo visibile la donazione di oggi e di intestare inoltre una piazza al nome del compianto diletto di Lei Coniuge Cav. Carlo Antonietti" (ECA2Mz, 2.5, 36 (b. 11), unità 84, 3782).
La targa commemorativa, collocata nell'ottobre 1928, presentava la seguente iscrizione: "A PERENNE RICORDO/DEL CAV. CARLO ANTONIETTI/CITTADINO BENEMERITO/GLI EREDI MEMORI/CON GENEROSA ELARGIZIONE/ARREDARONO QUESTO ISTITUTO".
Non è chiaro se il ritratto di Carlo Antonietti - opera del pittore monzese Filippo Castelli - fosse entrato a far parte della Quadreria dei Benefattori in questa data oppure in occasioni precedenti. Il ritrattato siede di tre quarti, in un interno che è definito solo attraverso la poltrona rossa e un generico fondale grigio, che è il colore dominante della raffigurazione. Nonostante la convenzionalità della ripresa, la figura dell'Antonietti si caratterizza per la posa distinta e l'eleganza del vestiario - indossando il classico abito a tre pezzi grigio e una cravatta lunga in seta coordinata. Dopo aver evidenziato i dettagli che manifestavano l'appartenenza del soggetto all'alta borghesia, come i guanti e il vistoso fermacravatta dorato, il pittore si concentra sull'indagine psicologica del soggetto, affidando a un leggero sorriso il riflesso della gentilezza d'animo del benefattore. Il lieve difetto dello sguardo è riprodotto in modo veritiero, lontano da intenti idealizzanti. La materia pittorica, caratterizzata dal particolare tratteggio del fondo e dall'aspetto sfumato della stesura, è corposa e materica, come si riscontra in altre opere eseguite dal Castelli intorno agli anni '20 del Novecento (v. ritratto di Carlo Ricci, INV. N. 131785).
Nella scheda del 1983 e nell'Inventario Generale si registra un errore nella trascrizione del nome del pittore, che è detto "Francesco".
Va annotato un caso di omonimia che può trarre in inganno: tra gli amministratori del nosocomio monzese vi è un Carlo Antonietti (fu Pietro Giacomo, nato nel 1819 e deceduto entro la fine del secolo XIX), ma non si tratta del nostro ritrattato.

Collocazione

Provincia di Monza e Brianza

Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. di Monza

Credits

Compilazione: Mantovani, Gabriella (2007)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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