Cav. Natale Parravicino
Guarnieri Guido
Descrizione
Identificazione: Ritratto maschile
Autore: Guarnieri Guido (?)
Cronologia: 1922
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: tela / pittura a olio
Misure: 47 cm x 58 cm
Descrizione: ritratto a mezzo busto su fondo neutro
Notizie storico-critiche: Il Cavalier Natale Parravicino, figlio di Pietro e Antonia Merlini e vedovo di Milani Luigia, morì a Monza il 28 giugno 1921, all'età di 84 anni, nella sua casa in piazza Trento e Trieste n. 8. Il Parravicino (o anche detto "Parravicini") fu un banchiere del Commercio tipografico-librario, nonché membro della Congregazione di Carità cittadina.
Dopo la sua scomparsa lasciò ai suoi figli ed eredi universali, Giuseppe e Camillo, alcuni legati; destinò alla Congregazione di Carità di Monza la somma necessaria "per la istituzione di un posto da Ricoverato nella locale Casa di Ricovero, pagabile sei mesi dopo il mio decesso, senza decorrenza di interessi" col vincolo che "tale piazza dovrà essere occupata da una persona povera designata dai detti miei eredi, e dopo la loro morte dai successori della linea primogenita maschile, salvo a subentrare la secondogenita, se la prima si estinguesse. Nel caso poi di estinzione anche di questa, la scelta del Ricoverato sarà fatta dalla Congregazione; [...] saranno preferibili dopo i miei discendenti i più proficui e bisognosi parenti di Monza" (ASCRIMz 28/5, n. rep. 4056/6068).
In una lettera datata 25 settembre 1922 uno dei figli del testatore, l'ingegner Camillo Parravicino, informava il Presidente della Congregazione di Carità della scelta del pittore Guido Guarnieri per l'esecuzione del ritratto del defunto genitore, "da collocarsi presso la sede della Congregazione stessa", precisando però che la spesa per la suddetta opera doveva essere a carico dell'ente beneficato. Guido Guarnieri all'epoca aveva già realizzato altri due ritratti per la Quadreria dei Benefattori, quelli di Giovanni Hensemberger (INV. N. 131750) e del Comm. Rinaldo Valanzasca (INV. N. 131848).
E' un ritratto molto convenzionale, col soggetto rigido impostato in leggero tre quarti. La fissità dell'immagine, imputabile alla realizzazione a posteriori, è accentuata dalla severa espressione del ritrattato. Unica nota distintiva l'intonazione verdognola che impronta la raffigurazione.
Dal punto di vista del costume si segnala l'utilizzo della cravatta lunga sul petto, secondo la foggia moderna, stretta intorno al colletto con alette rigide.
Sul rovescio dell'effigie si conserva l'etichetta dell'inventario che l'Ospedale Umberto I (come fu chiamato il nosocomio dopo il trasferimento nel nuovo edificio di via Solferino) stilò nel 1938, in seguito alla soppressione della Congregazione di Carità, l'ente che fin dai tempi dell'Unità aveva gestito l'amministrazione dei Luoghi Pii della città, compreso l'ospedale (Colombo 2002, pp. 39, 60, 76, 186 e ss.).
La data di morte del benefattore riportata sul retro del dipinto (27 giugno 1921) è inesatta.
Collocazione
Provincia di Monza e Brianza
Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. di Monza
Credits
Compilazione: Mantovani, Gabriella (2007)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/7a010-00213/
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