Natale Ghianda
Galetti Ugo
Descrizione
Identificazione: Ritratto di Natale Ghianda
Autore: Galetti Ugo (Mantova, 1898 - Monza, 1968)
Cronologia: 1934
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: compensato / pittura a olio
Misure: 56.5 cm x 74.5 cm
Descrizione: ritratto a busto intero su fondo variegato
Notizie storico-critiche: L'identità dell'effigiato, Natale Ghianda, e l'autore del dipinto, il pittore monzese Ugo Galetti, sono derivati entrambi dalla scheda del 1983 e dall'Inventario Generale, stilato nel 1989. E' probabile che questi dati emergessero dall'iscrizione posta sul davanti del ritratto, di cui ora rimane solo una labile traccia.
Ghianda Natale, nato e residente a Monza, figlio dei furono Luigi e Cerizza Maria, di professione rappresentante, morì il 10 novembre 1933, all'età di 53 anni, nella sua casa in via Raiberti 12.
Con testamento olografo, datato 18 febbraio 1933 e pubblicato il 16 novembre, legò "alla Congregazione di Carità di Monza la somma liquida di Lire 65.000" con il vincolo per la medesima di versare annualmente 4.000 lire alla moglie, Salvioni Clementina fu Giovanni, vita natural durante (ECA2Mz, 2.5, 42 (b. 11), unità 90, n. rep. 25484/12506).
Il 23 novembre 1933, in seguito alla scomparsa del Ghianda, venne pubblicato il necrologio sulle pagine di uno dei più importanti settimanali monzesi, "Il cittadino", di cui riportiamo alcuni passi: "Natale Ghianda ha chiuso la sua vita con un atto di larga carità, lasciando ai poveri di Monza la somma non indifferente che nella sobrietà e nel lavoro aveva messo a parte. Il gesto, subito conosciuto, ha trovato vivace rilievo nei commenti della cittadinanza, poiché lo scomparso rimaneva ancora fra i più noti dell'ambiente operaio, qui avendo prodigate per molti anni le sue energie, particolarmente come organizzatore delle classi cappellaie, cui volle giovare con retto animo al seguito d'idealità sociali e politiche ormai tramontate. Si dedicò poi esclusivamente al commercio e negli ultimi anni fu sofferente di corpo [...] il testamento del trascorso febbraio che documentò una sua decisione sì buona e cristiana, ora rende più compreso l'ultimo atto di ossequio a Dio, esempio a molti, certezza di una misericordia che pur noi gli preghiamo ampia e ricompensatrice" (ECA2Mz, 2.5. 42 (b. 11), unità 90, n. 47).
In data 12 gennaio 1934 Clementina Salvioni vedova Ghianda chiese alla presidenza della Congregazione di Carità "che l'esecuzione del ritratto del proprio defunto marito sia affidata al Pittore Ugo Galetti di Monza". La richiesta della signora Ghianda venne esaudita e il ritratto fu commissionato al Galetti, che ritirò presso gli uffici dell'amministrazione la fotografia del defunto. Da una nota firmata dal segretario generale, Cristoforo Luzzani, sappiamo che il compenso stabilito per il ritratto era di 500 lire (ECA2Mz, 2.5. 42 (b. 11), unità 90).
L'immagine rappresenta il benefattore in posizione seduta mentre tiene in mano un foglio di giornale, volgendo lo sguardo verso lo spettatore. L'opera appare di modesto impegno per la legnosità della figura e la scarsa caratterizzazione del volto, che sembra bloccato in un'espressione di rigida fissità, imputabile in parte alla realizzazione a posteriori, in parte a precise scelte stilistiche volte alla semplificazione dell'immagine.
Sul rovescio del dipinto si conserva l'etichetta dell'inventario dell'Ospedale Umberto I (secondo la denominazione assunta col trasferimento nel nuovo edificio di via Solferino) che fu stilato nel 1938 in seguito alla soppressione della Congregazione di Carità, l'ente che dai tempi dell'Unità gestiva l'amministrazione dei Luoghi Pii cittadini, compreso l'ospedale (Colombo 2002, pp. 39, 60, 76, 186 e ss.).
L'opera è stata esposta alla mostra "L'eredità dei cappellai. Memoria, mito e realtà di un'avventura del lavoro", tenutasi presso il Palazzo dell'Arengario di Monza tra maggio e luglio 2003 su promozione della Camera del Lavoro Territoriale della Brianza e della C.G.I.L. Lombardia (ADHSG 90/14, prot. gen. 6148); nella pubblicazione di corredo alla mostra il dipinto viene erroneamente attribuito a "F. Tremolada"(Longoni 2003, p. 159).
Dal 2013 sul ritratto pende una denuncia di furto - che sarebbe avvenuto mediante effrazione del deposito di Villa Serena.
Collocazione
Provincia di Monza e Brianza
Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. di Monza
Credits
Compilazione: Mantovani, Gabriella (2007)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/7a010-00221/
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