Madonna addolorata

ambito settentrionale

Madonna addolorata

Descrizione

Ambito culturale: ambito settentrionale

Cronologia: ca. 1640 - ca. 1660

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: olio su rame

Misure: 18 cm x 23 cm

Descrizione: piccolo dipinto su rame raffigurante la Madonna Addolorata inscritta in un ovale con iscrizione

Notizie storico-critiche: Si tratta di un piccolo dipinto devozionale raffigurante il volto della Madonna Addolorata, realizzato con olio su rame e inserito in una ricca cornice lignea intagliata a giorno con foglie e nastri policromi. Il volto della Madonna è inscritto in un ovale su cui corre un'iscrizione (FILI QD FECISTI NOBIS SIC ECCE PR TUUS ET EGO DOLENTES QUEREBAMUS TE) che si riferisce all'episodio evangelico di Gesù tra i dottori del Tempio, quando Maria dolente gli domanda: "Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo" (Lc 2, 48).
Per comprendere la storia di questo quadretto è necessario osservare attentamente l'iscrizione riportata sul retro, che attribuisce l'opera al pittore Carlo Dolci e ne specifica la funzione di ex voto (esso venne donato al Santuario monzese della Vergine delle Grazie dalla signora milanese Marietta Borgazzi Bruschetti, morta il 10 giugno 1865).
Fin dalla seconda metà del XV secolo a Monza vi era un convento di Francescani Minori che custodiva una veneratissima immagine della Vergine Annunciata nota come "Madonna delle Grazie" per la profusione di miracoli ricevuti dai fedeli, sia monzesi che forestieri.
Quando il 25 aprile 1810 Napoleone Bonaparte ordinò con un editto imperiale la chiusura di tutti i monasteri, l'espulsione dei religiosi e la confisca dei beni ecclesiastici, anche il convento dei Frati Minori monzesi venne soppresso. Nel giugno 1810, per evitare che la sacra immagine della Vergine venisse distrutta, il parroco di San Gerardo don Antonio Sala e l'Arciprete di Monza, Mons. Pietro Crugnola, la acquistarono per 200 lire italiane. L'icona venne in un primo momento posta nella sagrestia del Duomo monzese e successivamente, il 25 marzo 1811, nella chiesa di Santa Maria delle Grazie Nuove, da poco eretta nel quartiere "Isola"(attuale Piazza Garibaldi) come cappella dell'Ospedale.
L'ex convento francescano - ormai detto "delle Grazie Vecchie" - versò in rovina per più di un secolo; solo nel marzo 1930 la Curia concedette ai Frati Minori il restauro della chiesa e la riapertura al culto, avvenuta l'8 dicembre 1931. L'immagine della Beata Vergine venne ricollocata nella sua sede originaria dopo più di cento anni.
Questa breve precisazione storica ci permette di chiarire la vicenda del quadretto donato dalla signora Borgazzi Bruschetti: dal 1811 al 1931 l'immagine sacra della "Madonna delle Grazie" rimase presso l'oratorio dell'Ospedale, dove continuò ad essere oggetto di devozione popolare e meta di numerosi pellegrinaggi; fu probabilmente in segno di riconoscenza verso questa sacra icona che la donna donò il quadretto al santuario nel 1865, quando questa veniva custodita nel nosocomio.
Nell'"Inventario della Chiesa delle Grazie" stilato il 31 dicembre 1907 dalla Congregazione di Carità di Monza, infatti, un "quadretto dipinto sul rame rappresentante la Madonna in cornice rococò dorata" è registrato presso la Sacrestia della chiesa e valutato per 40 lire (ASCRIMz 6/1).
Il santuario di Santa Maria delle Grazie Nuove venne adoperata come oratorio dell'Ospedale fino al 1896, quando questo venne trasferito presso il nuovo complesso di Via Solferino; al suo posto, in Piazza Isola, si stabilì la Pia Casa di Ricovero e Industria, che prima aveva sede presso i locali dell'ospedale di San Gerardino, e la chiesa venne adoperata dai degenti delle pie case.
Il 31 marzo 1928 la direzione della Pia Casa di Ricovero stilò un "Inventario della Chiesa delle Grazie" dove indicava, sempre presso la Sacrestia, la presenza di "un piccolo quadro Sacro dipinto su tavola legno con cornice dorata e intagliata rappresentante la Beata Vergine Maria". In una nota apposta al predetto inventario in data 4 luglio 1929, il segretario generale Cristoforo Luzzani elencò alcuni quadri già presenti presso la chiesa e ritirati dalla Congregazione di Carità, tra cui figura "un piccolo quadro sacro su tavola con cornice dorata rappresentante la B. V. Maria" (ASCRIMz 6/1). Nonostante il supporto indicato non sia corretto - dipinto "su tavola" invece che "su rame" -, la descrizione del manufatto è verosimilmente riconducibile al nostro quadretto; l'acquisizione del quadretto da parte della Congregazione spiegherebbe, così, la presenza dell'opera negli inventari dell'Ospedale Umberto I (1938) e dell'Ospedale San Gerardo dove figura dal 1966 erroneamente come un "quadro a olio su tela sogg. Madonna" (per la provenienza v. anche l'opera S.N. 12).
Nonostante l'iscrizione documentaria applicata sul retro la definisca "un originale del celebre Carlo Dolci" la paternità al pittore fiorentino è da escludere per motivi stilistici; tuttavia l'intimismo profuso dall'immagine potrebbe far pensare a una generica ispirazione all'opera del Dolci da parte di un pittore di formazione nordica intorno alla metà del XVII secolo. Anche il pittore Erme Ripa - che nel 1949 eseguì una ricognizione della Quadreria - espresse dubbi sull'attribuzione al Dolci, che considerò "azzardata" (ADHSG 90/14, 69).

Collocazione

Provincia di Monza e Brianza

Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. di Monza

Credits

Compilazione: Mantovani, Gabriella (2007)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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