Giuseppe Tavola
Durelli, Antonio
Descrizione
Autore: Durelli, Antonio (1789-1855), esecutore
Cronologia: ca. 1825
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: tela / pittura a olio
Misure: 230 cm x 160 cm
Notizie storico-critiche: La tela ritrae il benefattore Giuseppe Tavola all'interno del suo elegante e ben arredato studio mentre indica a due giovani martinitt un edificio al di fuori della finestra alle loro spalle, identificabile con il monastero benedettino di San Pietro in Gessate. Il grande quadro diventa una significativa e rara testimonianza iconografica di come si presentasse a quell'epoca l'antico complesso di San Pietro in Gessate, sita allora a Porta Tosa, sull'odierno Corso di Porta Vittoria. I fanciulli vestono le divise adottate dall' Istituto all'inizio del XIX secolo e stringono tra le mani il testamento del benefattore.
Giuseppe Tavola (1766 - 1824) fu un personaggio legato alla storia economica di Milano nella prima metà del XIX secolo: svolse la professione di ragioniere amministrando sia i propri beni fondiari, sia gli affari commerciali e i possedimenti della ricca borghesia cittadina, per cui lavorò a lungo come procuratore nei tribunali e negli uffici competenti. Tavola era un "notabile" benestante, che esercitava la professione senza essere al servizio nè di un nobile nè della Pubblica Amministrazione. Nel suo testamento olografo redatto e firmato il 28 ottobre 1824 (un giorno prima della sua morte), oltre ai vari legati, beneficienze, vitalizi ed usufrutto alla moglie, al punto 12 dello stesso sottoscrive: "Instituisco mio erede universale il luogo Pio Orfanotrofio dei Maschi di questa città di Milano ora amministrato dalla Sezione Seconda della Congregazione di Carità".
Del pittore Antonio Durelli si hanno poche informazioni di carattere biografico. Si presume che sia stato fratello del più noto pittore Francesco Durelli (1792 - 1851), che dal 1819 coprì la cattedra di disegno prospettico presso l'Accademia di Brera.
Per ciò che concerne la tradizione del ritratto gratulatorio il ritratto di Giuseppe Tavola si caratterizza per l'eccezionalità delle dimensioni, cm 230x160, dunque eccedenti rispetto a quelle tradizionalmente adottate per la Quadreria del Luogo Pio e per la composizione con tre soggetti invece che uno. Lo sfondo non si identifica più con la superficie scura, su cui si staglia lo stemma o il blasone di famiglia, che caratterizza tutti i dipinti della collezione cronologicamente antecedenti al nostro; al contrario esso riproduce l'ambiente domestico più caro al Tavola con tutti gli oggetti, i registri e i volumi necessari al mestiere di contabile. Improntata allo stesso realismo sono tanto la fisionomia quanto la postura, non più eretta e statica, del soggetto principale, in antitesi con il profilo ancora marcatamente neoclassico delle figure a sinistra. Il personaggio è rappresentato come colto di sorpresa nell'intimità della propria casa, nella pacata sobrietà del proprio luogo di lavoro.
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
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