Ritratto di Antonio Teodoro Gaetano Gallio Trivulzio
ambito lombardo
Descrizione
Ambito culturale: ambito lombardo
Cronologia: post 1700 - ante 1749
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: tela / pittura a olio
Misure: 94 cm x 118.5 cm
Notizie storico-critiche: Gaetano Gallio nacque nel 1658. Aveva venti anni quando, nel 1678, si trovò ad essere Principe Trivulzio a causa della morte senza eredi del cugino Antonio Teodoro Trivulzio il quale, nel suo testamento, lo aveva indicato come erede. Dal cugino ereditò il nome, i titoli e il patrimonio terriero ritrovandosi così ad essere Antonio Teodoro Gaetano Gallio Trivulzio.
La sua figura è certamente degna della massima attenzione sia per la grande nobiltà che contraddistinse ogni suo gesto, sia perchè forse fu forse lui l'indiretto ispiratore delle volontà testamentarie del figlio Antonio Tolomeo, fondatore del Pio Albergo Trivulzio. Va infatti notato che nel suo testamento il Gallio Trivulzio, prevedendo ogni possibile caso, aveva ordinato che, qualora si verificasse l'estinzione totale delle discendenze, ogni suo bene fosse destinato "in qualche Opera di Pietà" costituendo "mio Erede Universale una Causa pia, che ordino sia in tal caso fondata in Milano da Mons/re Arcivescovo che in quel tempo sarà, la quale però non possa essere applicata alla sua mensa e debba governarsi da quattro Cavalieri, gli quali voglio che siano perpetuamente eletti due dall'Arcivescovo e due dal Senato". La munificenza del Gallio non è però nuova nel casato e forse rifletteva anche quella dello zio Ercole Teodoro Trivulzio, padre di quell'Antonio Teodoro che, morendo senza eredi, legò ogni suo bene e persino il nome a Gaetano. Ercole Teodoro, infatti, un anno prima della morte, quindi nel 1663, progettò la creazione di un collegio di "nobili retitate".
Antonio Teodoro Gaetano Gallio sposò a Milano nel 1688 Lucrezia Borromeo, figlia di Renato Borromeo, conte di Arona, e di Giulia Arese.
Ebbe tre figli: la principessa Giustina, Monaca Clarissa ad Arona, il principe Antonio Tolomeo, fondatore del Pio Albergo, e la principessa Olimpia.
Il presente ritratto, dunque, si riferisce ad una delle figure significative di casa Trivulzio, di cui intende certamente esprimere la grandezza e la nobiltà. Questi i chiari intendimenti dell'ignoto artista, verisimilmente un lombardo vicino all'ambiente di Giovan Angelo Borroni.
Il restauro eseguito in occasione della mostra del 1990 ha evidenziato che la scritta è coeva all'esecuzione del dipinto, la data della morte del Gallio in essa contenuta si pone come termine post quem valido a stabilire alcuni dati e a formulare ipotesi convincenti.
Innanzitutto è certo che il dipinto, eseguito dopo il 1705, non può che essere commissionato dal figlio Antonio Tolomeo, con chiari intenti celebrativi, dedicati al padre, ma anche al casato. L'effigiato è rappresentato ancora giovane e di straordinaria somiglianza con il più tardo ritratto del figlio. Non è incredibile che l'artista del ritratto di Antonio Tolomeo sia lo stesso a cui venne commissionato anche il presente dipinto. E' simile la fattura e sono sorprendenti le analogie tra il presente ritratto e quello del "Giovinetto con armatura", con molta probabilità lo stesso Antonio Tolomeo non ancora ventenne. Straordinaria, infine, la somiglianza tra i due volti e l'affinità dei tratti somatici.
Collocazione
Milano (MI), Azienda di Servizi alla Persona Istituti Milanesi Martinitt e Stelline e Pio Albergo Trivulzio
Credits
Compilazione: Amaglio, Silvia (2013)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/8g060-00093/
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