Concetto Spaziale
Fontana, Lucio
Descrizione
Identificazione: buchi
Autore: Fontana, Lucio (1899-1968), esecutore
Cronologia: post 1960
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: tela / pittura a olio; grafite; buchi
Misure: 80.5 cm x 100 cm (intero)
Descrizione: L'opera è di forma rettangolare ed è disposta orizzontalmente. Sulla tela bianca è disegnata una gabbia con sottile tratto di matita entro al quale l'artista crea una fitta trama di buchi disposte lungo linee parallele e curve, come le pagine di un libro aperto o le ali di una farfalla in volo. Alcuni buchi sono fatti dall'interno all'esterno, altri dall'esterno all'interno. Sono di forma abbastanza regolare e di dimensioni piuttosto piccole.
Notizie storico-critiche: AllÂ'interno della produzione artistica di Lucio Fontana, quest'opera si colloca negli anni del 2° dopoguerra, in cui l'artista diede il via a Milano allo "Spazialismo", periodo di fondamentale importanza per la storia dellÂ'arte italiana, carico di conseguenze feconde sul successivo sviluppo dellÂ'arte (Tesori salvati, 2000): da quando infatti i "buchi" venero introdotti nella sua produzione, Fontana usò costantemente il titolo "Concetto spaziale", con il quale si accostava esplicitamente alle esperienze coeve di "Conceptual Art".
Quest'opera risulta particolarmente significativa per anno, dimensioni e linguaggio utilizzati, estremamente rappresentativi del pensiero dell'artista: essa costituisce un perfetto esempio del superamento attuato da Fontana dei limiti posti dalla materia pittorica. I "buchi" non vanno infatti intesi solo come elementi meramente grafici sulla superficie pittorica, ma introducono una dimensione di spazio ulteriore, allusiva di una dimensione cosmica infinita. Il gesto del bucare oltrepassa lo spazio/ campo del quadro, crea un vuoto nella tela attraverso il quale passa la luce e che va oltre i piani spaziali canonici della pittura, senza più nemmeno bisogno di dipingere. Per quanto concerne poi la particolare disposizione dei "buchi", essa è ricollegabile alla produzione degli anni '60, nella quale le forature venivano eseguite secondo profili o sagome di forme delineate a matita o graffiate sulla tela naturale, in sostituzione delle tele bianche o comunque monocrome degli anni '50. (Crispolti, 1986 e 1999)
Ogni concetto spaziale sul retro reca con sè una scritta, invisibile allo spettatore: può trattarsi di una frase poetica, ironica oppure surreale, come in questo caso ("E' venuta Margherita e mi ha portato una margherita").
Collezioni: Collezione del MAGA, Collezione permanente Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea "Silvio Zanella"
Collocazione
Gallarate (VA), Museo MA*GA
Credits
Compilazione: Formenti, Giulia (2002)
Aggiornamento: Uva, Cristina (2008); Carrù, Laura (2009); Uva, Cristina (2009); Muzzin, Silvia (2014); Uva, Cristina (2015)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/A0060-00128/
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