Ritratto di Lorenzo Lenzi
Agnolo di Cosimo Bronzino
Descrizione
Identificazione: Ritratto maschile
Autore: Agnolo di Cosimo Bronzino (1503/1572)
Ambito culturale: ambito fiorentino
Cronologia: ca. 1527 - ante 1528
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: olio su tavola
Misure: 71 cm x 90 cm (dipinto); 86 cm x 103 cm x 10 cm (dipinto con cornice e climaframe)
Descrizione: Ritratto di ragazzo a tre quarti di figura, che tiene contro il fianco destro un grande libro aperto dove sono iscritti il sonetto del Petrarca XCVI "O d'ardente virtute hornata e calda" e il sonetto di Benedetto Varchi "Famose Frondi de cui santi honori" dedicato al ritrattato. Il fanciullo ha il volto pieno e profondi occhi scuri. Indossa un abito di stoffa grezza color grigio scuro, da cui fuoriescono maniche e colletto della camicia; berretto in tinta con la giacca.
Notizie storico-critiche: L'opera è pervenuta al Comune di Milano a seguito di una acquisto dalla Collezione del principe Trivulzio, nel 1935. Già nella collezione Rinuccini di Firenze con la corretta attribuzione a Bronzino. Per molti anni era stato riferito a Pontormo dalla maggior parte degli studiosi. La prima a riconoscervi la mano del Bronzino è Luisa Becherucci nel 1949, seguita da latri studiosi fino a tempi più recenti. Parallela prosegue l'attribuzione al Pontormo. Anche la datazione è stata oggetto di dibattito critico e oscilla tra il 1520 e il 1530, con una proposta per il 1521, 1522. Sono stati invece identificati i versi, in bella scrittura cinquecentesca, sul libro aperto che il ragazzo tiene in mano: il sonetto del Petrarca XCVI "O d'ardente virtute hornata e calda", indirizzato dal poeta all'amata Laura, e sul foglio sinistro il sonetto di Benedetto Varchi "Famose Frondi de cui santi honori" dedicato al ritrattato, il giovane Lorenzo Lenzi. Benedetto Varchi aveva infatti dedicato un sonetto all'amico Lorenzo Lenzi, conosciuto a Bivigliano nel 1527, dove si trovavano pe sfuggire alla peste di Firenze. Inoltre un Ritratto di "Lorenzo Lenzi vescovo di Fermo" è citato anche dal Vasari. Lorenzo Lenzi, di famiglia repubblicana, era nato il 23 ottobre 1516 da Antonio di Pietro d'Anfione e da Costanza di Taddeo Gaddi, sorella di monsignor Giovanni. Rimasto privo del padre nel 1529 venne affidato con i fratelli alla tutela dello zio paterno e i Gaddi si occuparono della sua educazione, all'Università di Padova, poi a Bologna, quindi in Francia, da dove rientrò nel 1544 per la nomina di vescovo di Fermo. Nel 1557 divenne Nunzio pontificio presso la corte di Francia, dove morì nel 1571. Il fanciullo del ritratto dimostra massimo dodici anni, consentendo una datazione non oltre il 1528. Il ritratto è dunque il primo ad essere noto del Pontormo. Il ritratto di Lenzi, nell'atmosfera intima e familiare, e allo stesso tempo intellettuale apre la strada al genere del "ritratto colto" che conno ta buona parte dell'opera del Bronzino amico di Varchi. La spontaneità e la naturalezza sono tipiche della fase giovanile. lontana dall'algida perfezione dei ritratti Panciatichi degli anni Quaranta e del maggior successo come artista della corte di Cosimo I ed Eleonora da Toledo. (Cecchi, 1997)
Nel catalogo della mostra di Philadelphia (2004, cfr. bibliografia), C. B. Strehlke propone una datazione al 1532 circa.
Collezione: Collezione di dipinti della Pinacoteca del Castello Sforzesco
Collocazione
Milano (MI), Raccolte Artistiche del Castello Sforzesco. Pinacoteca del Castello Sforzesco
Credits
Compilazione: Cecchi, Alessandro (1996); Vecchio, Stefania (1996)
Aggiornamento: Colace, Raffaella (2011); Vertechy, Alessandra (2014); Colace, Raffaella (2015); Galli, Marco (2015)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/B0020-00326/
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