La ritirata degli spagnoli e la morte di Gaston de Foix
Busti, Agostino detto Bambaia (o Bambaja) (e aiuti)
Descrizione
Autore: Busti, Agostino detto Bambaia (o Bambaja) (e aiuti) (1483 ? - Milano, 1548)
Cronologia: 1517 - 1521
Tipologia: scultura
Materia e tecnica: marmo
Misure: 118.5 cm x 18 cm x 96 cm
Peso: 301 kg
Descrizione: A sinistra, Gaston de Foix (acefalo) ferito in riva a un fiume, circondato dai suoi soldati (bandiera con tre gigli dei Reali di Francia e bandiera con le insegne del de Foix, duca di Nemours). In secondo piano, i soldati della Lega Santa. Sullo sfondo, la città di Ravenna, abbozzata. In generale il rilievo è incompiuto. Integra invece la cornice decorata a motivi vegetali che reca, al centro del bordo inferiore, una salamandra emblema di Francesco I, e su quelli laterali, un pellicano e una fenice che arde, emblema di Bona di Savoia.
Notizie storico-critiche: Il giglio, pur essendo una figura simbolica della quale non è dato determinare con certezza l'origine e la vera natura, è sempre stato considerato in araldica il più nobile di tutti i fiori, caricato fin dall'antichità di molteplici e talvolta contrastanti significati. Associato alla regalità, perciò dedicato a Giunone nella mitologia greca, è un simbolo sacro anche a Venere in quanto, per le pronunciate dimensioni dei suoi pistilli, appare segno di fertilità. Alla dea Pudicizia l'avrebbero connesso, invece, i Romani. Ma è con il cristianesimo che al giglio, dedicato splendidamente alla figura della Madonna, come fiore mariano per eccellenza, il flos florum (fiore dei fiori), vennero conferiti i più pregnanti significati di purezza e candore. Infinite sono le versioni grafiche, susseguitesi, via via, secondo le forme in auge nelle diverse epoche, documentate dall'iconografia storica. Forse perché associato alla purezza della Madonna, divenne emblema dei cristianissimi Re di Francia già a partire dal XII secolo, ma è nell'arma di Luigi XII (1137-1180) che per la prima volta fece la sua apparizione nella configurazione della primitiva arma di "Francia antica" (D'azzurro, seminato di giglio d'oro). All'inizio del quattrocento, Carlo V (1349-1380) modificò il seminato originario di gigli, riducendoli a tre nell'arma che avrebbe preso il nome di "Francia moderna". In proseguo di tempo tali gigli avrebbero assunto diversi significati, Fede, Speranza e Cavalleria, oppure la Santa Trinità, o ancora le tre Corti Sovrane del Reame, cioè quella dei Pari, la Legislativa e la Palatina.
Sullo scudo appare una corona gentilizia dall'iconografia tradizionale, non la classica corona reale francese aperta, in cui il rialzo invece di recare i fioroni (o foglie d'appio) reca dei gigli.
Ha due calchi: uno, inv. 1461 e l'altro è conservato al Victoria and Albert Museum di Londra, inv. REPRO.1884-653
Collocazione
Milano (MI), Raccolte Artistiche del Castello Sforzesco. Museo d'Arte Antica
Credits
Compilazione: Basso, Laura (2008)
Aggiornamento: Basso, Laura (2017)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/B0310-01225/
NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).