Angelo annunciante
ambito bergamasco
Descrizione
Ambito culturale: ambito sud-tirolese
Cronologia: 1500 - 1524
Tipologia: scultura
Materia e tecnica: legno / scultura, intaglio, pittura, doratura
Misure: 87 cm x 205 cm
Descrizione: Anta di polittico dipinta sul fronte con la raffigurazione dell'"Angelo annunciante" e intagliata, dipinta e dorata sul verso con le scene dell'"Annunciazione" e della "Natività di Gesù Bambino" entro due scomparti sovrapposti, delimitati da una cornice a racemi vegetali in rilievo.
Notizie storico-critiche: Il manufatto, insieme all'altra anta lignea (inv. 1S23066), ad essa simmetrica, era in origine parte di un polittico a portelle collocato sull'altare maggiore della chiesa di Santa Maria, antica parrocchiale di Gandino. Questa ancona, smembrata prima del 1609, quando fu collocata nell'abside l''"Assunta" del Benfatti, doveva avere l'impostazione dei nordici "flugelaltare", ovvero altari con ali richiudibili. Al centro delle portelle vi era il ricettacolo principale contenente figure a tutto tondo, forse la Madonna col Bambino affiancata da santi o sante, mentre in basso vi era probabilmente una predella scolpita e sulla cimasa altre statue di misure ridotte: le ante, incernierate ai lati, si potevano chiudere mostrando al fedele la sola scena dipinta con l'"Angelo annunciante" e la "Madonna annunciata", oppure, in occasione delle festività, potevano essere lasciate aperte permettendo la visione completa dell'ancona centrale e del racconto evangelico scandito dai riquadri con storie della Nascita di Gesù (Annunciazione, Visitazione, Adorazione del Bambino, Adorazione dei Magi, procedendo da sinistra a destra, dall'alto in basso). Questa struttura, del tutto insolita in Val Seriana, si giustifica con i frequenti scambi commerciali tra i mercanti gandinesi e il mondo sud-tirolese, tirolese e germanico tra Quattro e Cinquecento. Secondo E. Fornoni l'ancona dell'altare maggiore fu commissionata nel 1492 dall'arciprete Antonio da Trescore, mentre secondo L. S. Pandolfi fu fatta eseguire dal prevosto Terzi nel 1478: entrambe le date paiono poco convincenti in considerazione della precisa derivazione della "Visitazione" da una incisione di Durer datata 1503, come nota P. Batistoni (1979) che anche riconosce forti affinità tra l'Annunciazione dipinta sul fronte delle ante e la pala d'altare di Ponte Nossa, eseguita dalla bottega dei Marinoni nella prima metà del Cinquecento. Le incisioni di Durer ebbero un'ampia circolazione in Lombardia e influenzarono l'iconografia locale del primo Cinquecento, sia in ambito pittorico (cfr. alcune tavole uscite dalla bottega dei Marinoni di Albino, C. Paratico, pp. 202-206) che scultoreo (cfr. R. Casciaro, 2000, pp. 174-175). Se le facce dipinte delle ante sono certamente di ambito bergamasco, come è evidente dall'analisi stilistica delle due figure, pur non agevole per il cattivo stato di conservazione della Madonna, molto abrasa e ridipinta, di diversa fattura appaiono le scene ad altorilievo, ricondotte dalla critica sia a uno scultore lombardo sensibile ai modelli nordici (Batistoni; Savoldelli), sia a un artista tirolese operante in Lombardia (Tomasini in "Scultura lignea ...", 2011, pp. 52-55), sia ad un artista trentino vicino a Narciso da Bolzano (Franci in "Scultura lignea ...", 2011, p. 40). Le forti affinità stilistiche con le statue lignee di "Santa Caterina d'Alessandria" e "Santa Lucia", anch'esse conservate nel Museo di Gandino, inducono ad ipotizzare che anche queste sculture facessero parte dell'altare a portelle. Il fondo dei riquadri scolpiti è di colore blu scuro, che però in origine, come ha dimostrato il recente restauro, era trapunto di piccole stelle in foglia d'oro.
Collezione: Raccolta di sculture lignee rinascimentali
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/BG140-00004/
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