Tabernacolo
Baur, Hans Jakob II
Descrizione
Autore: Baur, Hans Jakob II (m. 1679)
Cronologia: 1676 - 1677
Tipologia: arredi liturgici e suppellettile ecclesiastica
Materia e tecnica: argento / fusione, sbalzo, doratura; legno
Misure: 108 cm x 53 cm x 238 cm
Descrizione: Il tabernacolo ha una struttura architettonica a forma di tempio ottagonale, popolata di statue in argento sbalzato. Su un alto basamento decorato con testine d'angelo e con un rilievo raffigurante il pellicano che si lacera il petto, simbolo del sacrificio di Cristo, vi è un corpo centrale contenente la custodia eucaristica, suddiviso in nicchie e colonne tortili. Ai lati di questo e sul cornicione superiore sono collocate statue di Angeli con simboli della Passione di Cristo; sempre sul cornicione, dietro agli angeli, vi sono le statue della Madonna addolorata e di san Giovanni Evangelista. Superiormente vi è un tamburo ottagonale scandito da nicchie ospitanti statue di sei Virtù e da colonnine tortili sormontate da Angioletti in piedi con altri simboli della Passione. Il coronamento è una lanterna sovrastata da un elemento non pertinente, composto da una croce apicale tra le statuette della Madonna e San Giovanni Evangelista (1609).
Notizie storico-critiche: L'esigenza di dotare l'altare maggiore della chiesa parrocchiale di un tabernacolo monumentale era da tempo avvertita a Gandino, quando nel 1676 i confratelli del Santissimo Sacramento dettero seguito all'acquisto, utilizzando i lasciti di Benedetto Alessandrini e Caterina Gaffuri. Tramite il mercante Alessandro Rottigni, ministro della Confraternita, furono interpellati alle fiere di Bolzano gli eredi del mercante Georg Reyser di Augusta (Augsburg), mediatore per gli acquisti di argenterie augustane, le migliori della Germania e della Mitteleuropa. Scelto il disegno più bello tra i tre proposti, l'opera fu affidata al prestigioso argentiere augustano Hans Jakob II Baur, il cui punzone con la sigla HB (insieme alla pigna, marchio territoriale di Augsburg) è ripetuto molte volte sul tabernacolo. La ricca commissione gandinese, a cui furono chiamati a partecipare anche i parrocchiani con ulteriori contributi, fece sì che Baur, uno dei migliori argentieri di Augsburg del momento, maestro saggiatore e membro del Gran Consiglio, lasciasse a Gandino l'opera più imponente e significativa della sua produzione. Nella seconda metà del Seicento la fama internazionale delle argenterie di Augusta aveva raggiunto il suo apice e notevole fu lo sbocco italiano di questo mercato. Il tabernacolo subì nel tempo qualche manomissione: le statuette della Madonna addolorata e di San Giovanni Evangelista, sul cornicione del corpo principale dietro ai due angeli seduti, indicano che il tabernacolo, nella forma originale, era coronato da un Crocifisso, sostituito in epoca imprecisata con una croce apicale affiancata da piccole sculture raffiguranti la Madonna e San Giovanni, commissionata per un diverso contesto nel 1609 dalla famiglia gandinese dei Castello e qui reimpiegata.
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/BG140-00013/
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