Elemosina dei confratelli della Misericordia

ambito lombardo

Elemosina dei confratelli della Misericordia

Descrizione

Ambito culturale: ambito lombardo

Cronologia: 1275 - 1299

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: intonaco / pittura a fresco

Misure: 105 cm x 105 cm

Notizie storico-critiche: L'affresco fu rinvenuto durante gli scavi compiuti sotto la direzione di Elia Fornoni nel 1905 nell'area del transetto sotto il presbiterio del Duomo: fu l'unica delle pitture rinvenute ad essere recuperata, mediante strappo a cura del restauratore Valentino Bernardi che traferì la pittura su tela. L'interpretazione del soggetto è possibile in base all'iscrizione trovata duranti gli scavi e trascritta da A. Mazzi, nella quale si diceva che la pittura fu fatta eseguire dalla "turba fedele dei confratelli" della Misericordia. Nell'opera si riconoscono nei due personaggi con cappello a destra i canevari, ossia i ministri preposti in epoca medioevale ai depositi dei viveri che venivani quotidianamente distribuiti ai poveri, mentre a sinistra sono due "portatores", uomini di fatica. Il più nobile consegna all'indigente, raffigurato significativamente in scala minore, un pane o un "fiadone" (una grossa pasta riempita di dolciumi), il secondo una galeda (contenitore in legno con beccuccio in uso fino al XIX secolo) per la distribuzione del vino, i facchini trasportano il sacco dei pani e una grossa fiasca d vino. La Confraternita della Misericordia era un sodalizio laico fondato nel 1265 dal vescovo Erbordo e da Pinemonte da Brembate con scopi caritativi in aiuto dei bisognosi e aveva sede nell'antica cattedrale di San Vicenzo: è per questo che verso la fine del Duecento, parallelamente agli affreschi sull'iconostasi della basilica, fu realizzata anche questa pittura per ricordare al fedele il ruolo e il compito della confraternita. Riferito al XIII secolo dal Van Marle, l'affresco è considerato da Pagnoni opera bergamasca, mentre A. Tagliabue (in Boskovitz, 1992) lo riferisce a un pittore lombardo dell'ultimo quarto del Duecento in rapporto con l'"Annunciazione", già nella chiesa milanese di San Giovanni in Conca e oggi al Museo del Castello Sforzesco di Milano. Tale datazione è compatibile anche con la foggia degli abiti. Rispetto al coevo pittore che esegue le pitture sull'iconostasi, questo artista dimostra una più marcata influenza bizantina, forse attraverso la mediazione veneziana, per il trattamento più dolce e sfumato delle superfici e per la più salda disposizione delle figure nello spazio (Daffra, 2007).

Collocazione

Bergamo (BG), Fondazione Adriano Bernareggi - Museo Adriano Bernareggi. Museo e Tesoro della Cattedrale

Credits

Compilazione: Civai, Alessandra (2014)

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