Opere dei Maestri Campionesi nella Basilica di S. Maria Maggiore
Ugo da Campione (attribuito); Giovanni da Campione (e aiuti)
Descrizione
Autore: Ugo da Campione (attribuito) (notizie sec. XIV prima metà ); Giovanni da Campione (e aiuti) (notizie 1348-1367)
Cronologia: ca. 1319 - ca. 1367
Materia e tecnica: marmo rosso di Verona / scultura; marmo bianco di Musso / scultura; marmo bardiglio / scultura; marmo bianco di Candoglia / scultura; marmo nero della Val Seriana / scultura; marmo bianco / scultura
Descrizione: Giovanni da Campione e le maestranze che facevano capo a lui realizzarono tra il 1340 ca. e il1460 ca. molte opere scultoree e rilievi nella Basilica di S. Maria Maggiore. Sono riconducibili a lui il protiro settentrionale detto "dei Leoni Rossi" a tre ordini sovrapposti, composto da un portico dalla ricca ed elegante strombatura, da una loggetta con le statue di sant'Alessandro a cavallo e dei santi Barnaba e Vincenzo e da unÂ'edicola con la Vergine e le sante Grata ed Esteria; il protiro meridionale detto "dei Leoni Bianchi" ad un solo ordine, arricchito con formelle raffiguranti Cristo, gli Apostoli e immagini di santi; e infine il portale collocato di fronte al Duomo coronato dalla statua in marmo di Cristo crocifisso. Sono probabilmente opera di Giovanni e della della bottega anche le statue poi collocate nella guglia sul fronte sud, realizzata tra il 1400 e il 1403 dallo scultore tedesco Hans von Fernach. Un'attribuzione tradizionale riferisce a Ugo da Campione, padre di Giovanni, il monumento funebre al cardinale Guglielmo Longhi (Longo degli Alessandri), collocato all'interno della Basilica e forse commissionato nel 1319 dal cardinale stesso.
Notizie storico-critiche: La presenza a Bergamo dei Maestri campionesi, maestranze di scultori, lapicidi e architetti originari della zona di Campione, ruota intorno alla fabbrica della Basilica di Santa Maria Maggiore già a partire dal XII secolo, ma si configura a livello scultoreo nel XIV secolo con la figura di Giovanni da Campione e della sua bottega. La presenza in città del maestro campionese, che in una lapide si definisce "civis Pergami" (cittadino di Bergamo), è documentata a partire dal 1340, quando venne chiamato a realizzare all'interno della basilica mariana un Battistero oggi eliminato e parzialmente reimpiegato nell'attuale edificio battesimale nei giardini dell'Episcopio. La sua attività si concentrò poi nell'adattamento gotico della basilica con la costruzione e la decorazione scultorea dei protiri sulle facciate nord e sud. Verso il 1350, probabilmente, maturò la necessità di dare alla fronte settentrionale del transetto della Basilica l'aspetto di una vera e propria facciata: si spiega così la scelta di costruire una struttura monumentale conosciuta come Protiro dei Leoni Rossi, sontuosa già nei materiali riccamente policromi e ornata di un esuberante apparato decorativo, e di affidare l'impresa a Giovanni da Campione, maestro ben noto ai committenti per aver condotto, qualche anno prima, il cantiere del Battistero. La critica recente, sulla scorta di una intuizione che fu già di Baroni, assegna a Giovanni da Campione un ruolo essenzialmente di progettista e di supervisore dei lavori, più che di esecutore diretto di opere scultoree, con l'eccezione del Sant'Alessandro a cavallo, firmato, e delle statue poste nelle logge superiori del Protiro dei Leoni Rossi, in gran parte riferibili alla sua stretta cerchia. Giovanni guarda ai modelli della tradizione romanica di area lombarda e veneta e in particolare, come è stato spesso sottolineato, agli esempi delle Cattedrali di Verona, Ferrara e Cremona.
Il protiro meridionale, detto convenzionalmente "dei Leoni Bianchi", è stato realizzato da Giovanni da Campione e dalla sua bottega attorno al 1360; questa è la data che compare nell'epigrafe posta sopra l'arco a sinistra, che conserva anche la firma di Giovanni. E' verosimile pensare che, mentre ancora erano in corso i lavori all'ingresso settentrionale, i committenti già pensassero di dotare l'accesso meridionale di una analoga struttura monumentale, come documenta la perfetta identità , a meno del materiale, tra le due coppie di leoni stilofori (Lomartire, 2009, p. 71-75). Non si notano, in effetti, variazioni stilistiche di rilievo tra i due protiri: Giovanni sceglie una struttura più semplice e limita l'apparato decorativo agli architravi e alle mensole scolpite con figure di animali fantastici, teste umane e ornati vegetali : ma gioca allo stesso modo con la policromia delle superfici, in marmo bianco, rosso e nero, e guarda agli stessi modelli (Lomartire, cit.). Il progetto prevedeva sicuramente, anche in questo caso, come già era avvenuto per il protiro settentrionale, una struttura complessa, svolta su più livelli: ma i lavori furono interrotti, non sappiamo per quale motivo; e il compito di allestire la guglia, utilizzando statue già scolpite nella bottega di Giovanni spetterà , all'inizio del XV secolo, allo scultore tedesco Hans von Fernach, detto "Anex de Alemania (Lomartire, cit., p. 74).
Infine tra il 1364 e il 1367 Giovanni realizzò, con l'aiuto del figlio Nicolino, il portale sul fronte settentrionale. Giovanni da Campione sceglie, per questo ingresso minore, una struttura semplice, che ripete per il portale il modello consueto della tradizione romanica lombarda, a forte strombo e cordonature multiple; insolito, invece, e forse derivato da esempi veneti conosciuti per il tramite degli edifici bresciani, il coronamento dal profilo ad arco inflesso, ornato ai lati dalle statue di San Giovanni Evangelista e della Madonna Addolorata e, al centro, da un Cristo crocifisso con angeli intagliato in una spessa lastra di marmo, tutte certamente eseguite, per l'alta qualità , da Giovanni o da un suo stretto collaboratore; la lunetta ospita una "Natività della Vergine" di fattura trascuranta e d'aspetto piuttosto arcaizzante, da assegnare alla bottega del maestro (Lomartire, cit.).
Nel 1839 fu trasportato in basilica il monumento funebre al cardinale Guglielmo Longhi, proveniente dalla chiesa del soppresso convento di S. Francesco. L'opera, che sarebbe stata commissionata dallo stesso cardinale poco prima di morire nel 1319, è riferita tradizionalmente a Ugo da Campione, padre di Giovanni, la cui attività è tuttavia poco nota. Lo scultore del monumento, chiunque egli sia, è comunque molto vicino ad uno dei due maestri principali che realizzarono le nove sculture della Loggia degli Osii a Milano, con cui condivide il tono di gravitas solenne e i modi ancora assai legati alla tradizione tardoromanica.
Collocazione
Bergamo (BG), Basilica di S. Maria Maggiore
Credits
Compilazione: Civai, Alessandra (2014)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/BG140-00035/
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