Ganimede rapito dall'aquila

Fantoni, Grazioso il Giovane

Ganimede rapito dall'aquila

Descrizione

Denominazione: Alcova di Ganimede

Autore: Fantoni, Grazioso il Giovane (1713-1798)

Cronologia: ca. 1774 - ca. 1775

Tipologia: scultura

Materia e tecnica: legno di tiglio / intaglio, scultura; legno di noce / modanatura

Misure: 465 cm x 130 cm x 400 cm

Notizie storico-critiche: L'alcova fu commissionata alla famiglia Fantoni da Gerolamo Sottocasa fra il 1774 e il 1775 per celebrare due eventi: il conferimento ai Sottocasa del titolo comitale e il matrimonio di Gerolamo con Elisabetta Lupi. La bottega era allora guidata da Grazioso il Giovane che poteva contare sulla collaborazione del figlio Donato Andrea, di cui Gerolamo Sottocasa proprio in quegli anni era protettore e mecenate. A suggerire alla bottega l'apparato iconografico fu lo stesso Gerolamo che, come socio dell'Accademia degli Eccitati di Bergamo, aveva composto molte poesie con diversi riferimenti alla mitologia classica interpretata secondo lo spirito arcadico. Le immagini figurate dell'alcova dovevano illustrare il matrimonio e i valori di moralità su cui doveva fondarsi la famiglia.
Di grandi dimensioni, l'alcova presenta una struttura rettangolare in legno scuro (noce) con un apparato decorativo e scultoreo suddiviso in tre ordini di scene in legno chiaro di tiglio. Nell'ordine inferiore, affiancati da angioletti con festoni, si trovano i bassorilievi raffiguranti Apollo (che col suono della viola vince la gara col satiro Marsia che suona la rustica siringa di Pan) ed Ercole (che dichiara il suo amore a Onfale, regina di Lidia). In quello superiore, tra dei telamoni, si trovano le allegorie della famiglia Sottocasa: in una si vede il committente contemplare un'aquila ad ali spiegate (l'aquila figurava nel nuovo blasone dei Sottocasa), nell'altra un gruppo di contadini dei feudi agricoli dei Sottocasa portare il tributo al conte. Nell'ordine mediano, a corredo delle cornici semipoligonali a guisa delle finestre aperte, si trovano delle sculture raffiguranti l'allegoria della Notte; quella del Lavoro; quella della Poesia e quella della Matematica, Geometria e Architettura. L'apparato figurativo si conclude sopra l'arco dove è illustrato il mito di Ganimede (è raffigurato il momento in cui l'aquila strappa il giovane cacciatore scelto da Giove come coppiere dell'Olimpo).

Collocazione

Bergamo (BG), Accademia Carrara - Museo

Credits

Compilazione: Civai, Alessandra (2018); Fracassetti, Lisa (2018)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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