Quadrature architettoniche con paesaggi e scene mitologiche
Ambito comasco
Descrizione
Ambito culturale: Ambito comasco
Cronologia: post 1615 - ante 1630
Tipologia: pertinenze decorative
Materia e tecnica: affresco finito a secco
Misure: 8 m x 13 m
Descrizione: Il salone è interamente affrescato con un finta architettura divisa in due ordini sovrapposti. Quello inferiore, alto fin quasi a due terzi delle pareti, simula una serie di colonne marmoree che sostengono una trabeazione con cornicione aggettante. La scansione della finta architettura si interrompe intorno al camino in marmo presente su uno dei lati corti della sala, che viene incorniciato da dipinti raffiguranti un ampio tendaggio e un grande stemma monocromo, entrambi retti da putti. Lungo le pareti del salone sono dipinti dei finti quadri con paesaggi ideali e, in posizione centrale, scene tratte dalla mitologia classica. Queste ultime rimandano direttamente a Roma, città cara al committente del ciclo, raffigurando Enea e Anchise in fuga da Troia, il Ratto delle Sabine, Muzio Scevola e Orazio Coclite che difende il ponte Sublicio. Lungo il cornicione dell'ordine superiore sono seduti numerosi putti musicanti e si vedono gli animali araldici dei Gallio, aquila e leone. Gli angoli del salone sono scanditi da coppie di cariatidi in finto bronzo.
Notizie storico-critiche: Il salone di Villa Gallia conserva il più importante ciclo di affreschi profani realizzato a Como nel Seicento. L'edificio fu costruito a partire dal 1614 per volontà dell'abate Marco Gallio, sul sito in precedenza occupato dalla villa "Il Museo" dello storico comasco Paolo Giovio. Non conosciamo la data di esecuzione della decorazione a fresco del salone né gli artisti che vi presero parte. Le fonti settecentesche riportano i nomi di Morazzone, di Isidoro Bianchi e di Giovan Battista Recchi, ma la critica recente ha escluso che vi possano essere individuate le mani dei primi due artisti citati. Diverso il caso del pittore comasco Recchi, il cui intervento sembra riconoscibile in alcuni fregi con giochi di putti visibili al piano superiore della villa e il cui pennello potrebbe essere individuato in alcune figure del salone, specialmente nei putti musicanti collocati sul cornicione superiore. Il tema generale della decorazione è un omaggio a Roma, città a cui i Gallio dovevano la loro fortuna, grazie soprattutto a Tolomeo, importante cardinale della seconda metà del Cinquecento. Suo nipote Marco, vissuto a lungo nell'Urbe, si ritirò a Como all'inizio del Seicento, dopo la morte dello zio cardinale, avviando un'intensa attività di committente. Nel salone di villa Gallia i richiami a Roma partono dai soggetti dei grandi quadri raffigurati sulle pareti, che narrano la fuga di Enea da Troia, il ratto delle Sabine, Muzio Scevola davanti a Porsenna e la difesa del ponte Sublicio da parte di Orazio Coclite. Nella Fuga di Enea da Troia la figura dell'eroe che porta sulle spalle il vecchio padre Anchise è tratta dal celebre affresco con l'Incendio di Borgo realizzato in Vaticano da Raffaello e, più in generale, riferimenti a edifici di Roma compaiono in diversi dettagli degli affreschi, come ad esempio nel paesaggio con una chiusa, rovine antiche e una villa, che va riconosciuta grazie alle due torri in facciata con quella edificata dai Medici sul Pincio. Alla moda decorativa diffusa a Roma dalla fine del Cinquecento e ripresa a Milano dal cardinale Federico Borromeo si ricollega la presenza di numerosi paesaggi, realizzati secondo i modelli diffusi in Italia dagli artisti nordici specializzati in questo genere pittorico, come Paul Bril e i Bruegel.
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