Natività di Gesù

ambito lombardo

Natività di Gesù

Descrizione

Ambito culturale: ambito lombardo

Cronologia: post 1450 - ca. 1499

Tipologia: scultura

Materia e tecnica: terracotta / rilievo

Misure: 8.5 cm x 3.3 cm x 5 cm (frammento Natività); 8 cm x 5 cm x 12 cm (frammento Natività); 6 cm x 5 cm x 8.5 cm (frammento Natività); 9 cm x 5 cm x 15 cm (frammento Natività); 38 cm x 5 cm x 30 cm (frammento Natività); 23.7 cm x 6 cm x 30 cm (frammento Natività); 16 cm x 4 cm x 20.5 cm (frammento Resurrezione); 12.5 cm x 5 cm x 14 cm (frammento Resurrezione); 8.5 cm x 3.7 cm x 9 cm (frammento Resurrezione); 10 cm x 4 cm x 7 cm (frammento Resurrezione); 20 cm x 6 cm x 17 cm (frammento Resurrezione); 21 cm x 6 cm x 19 cm (frammento Resurrezione); 13.5 cm x 6 cm x 15 cm (frammento Resurrezione)

Notizie storico-critiche: I bassorilievi, pervenutici in stato frammentario e mancanti di molte parti, dovevano in origine misurare più di cm 30 x 70 ciascuno. La carenza di documentazione sul luogo e le circostanze del ritrovamento dei bassorilievi rende difficile risalire con certezza alla loro collocazione originaria e alle circostanze della loro realizzazione.
Nel 1960 i frammenti dei due bassorilievi, insieme ad altro materiale fittile, sono stati consegnati da Corrado Verga al Museo civico di Crema, dove sono stati conservati in depositi distinti. Sulla scatola che racchiudeva uno dei bassorilievi era segnata la provenienza dal Duomo di Crema. Tale nota ha indotto A. Barbieri e P. Bosio a identificare le due formelle con parte di quei "rottami di statue e bassorilievi in terracotta del 1400" ritrovati nel 1912 durante alcuni lavori effettuati all'Altare di san Marco e menzionati sul giornale diocesano da mons. Cambiè (Dacie, 14 settembre 1912) che ne ipotizzava la provenienza dall'altare di S. Croce (precedente all'altare di S. Marco).
Secondo tale ipotesi i bassorilievi costituirebbero le uniche parti pervenuteci della predella dell'ancona realizzata da Agostino de Fondulis per l'altare di San Marco, ma tale riferimento non trova riscontri nè nell'iconografia delle scene difficilmente inseribili in un altare dedicato al patrono della Serenissima nè nei documenti relativi alla decorazione dell'altare. Un dettagliato contratto stipulato dal Fondulis il 9 maggio 1513 con i Presidenti del Monte di Pietà di Crema, esecutori testamentari di Bernardino Benvenuti, fornisce importanti informazioni a proposito della decorazione di tale cappella. Nel documento il plasticatore si impegna, nel giro di due mesi, a rinnovare le figure esistenti e ad aggiungere una nuova ancona con tre figure in terracotta dipinta, non ci sono però cenni ad eventuali bassorilievi (Lodi, Archivio, rog. Angelo Francesco Calcinati, cas. 83/5, pubblicato in M. Marubbi, Vincenzo Civerchio, Crema 1986, pp. 196-197). La presenza delle statue è confermata nel 1579 dalla Visita Castelli (cc. 23v), dove si sottolinea che le statue dei santi, erroneamente ritenute di gesso, presentavano "brachia, et manus fractas". La decorazione fittile della cappella è andata perduta a causa dei diversi interventi succedutisi nel tempo (decorazione barocca della fine del XVIII secolo e seguenti).
Anche il riferimento dei bassorilievi per via stilistica al Fondulis non risulta facilmente percorribile per l'esiguità degli elementi di confronto, non essendoci pervenuti suoi bassorilievi, ma solo formelle decorative a stampo e grandi statue da Compianto.

Collezione: Collezioni del Museo Civico di Crema e del Cremasco

Collocazione

Provincia di Cremona

Credits

Compilazione: Miscioscia, Annunziata (2014)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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