Ultima cena
Da Cemmo, Giovan Pietro
Descrizione
Autore: Da Cemmo, Giovan Pietro (1474/ 1507), pittore
Cronologia: post 1507
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: intonaco / pittura a fresco; intonaco / applicazione su tela
Misure: 9 m x 30 m x 8.5 m (refettorio)
Notizie storico-critiche: Giovan Pietro da Cemmo, attivo tra il 1474 e il 1507 o 1509, era probabilmente figlio del noto pittore Pasoto (o Paroto) da Cemmo, autore del polittico con la "Madonna con il Bambino, un donatore e i santi Stefano, Ludovico, Siro, Giovanni Evangelista, Michele, Giovanni Battista, Apollonia e Agata", olio su tavola, 1444 un tempo nella Pieve di San Siro a Capo di Ponte. Giovan Pietro venne chiamato a Crema dai frati agostiniani per affrescare il refettorio del loro convento, la cui costruzione era terminata nel 1497. La decorazione venne realizzata nel corso di alcuni anni a partire dal 1498 e terminò nel 1507 come testimonia la data, ripetuta più volte nel fregio sottostante l'Ultima Cena. Nel 1797 con la soppressione della chiesa e del convento le pareti del refettorio vennero coperte di catrame fino a metà altezza, compresa la parte inferiore della Crocifissione, mentre il resto venne scialbato (Fiorentini, Redaelli 1990, pp. 64, 92). Gli affreschi tornarono alla luce solo nel 1953. Tra il 1971 e il 1973 sono stati strappati sia gli affreschi con l'Ultima cena e la Crocifissione che le sottostanti sinopie. Gli affreschi sono quindi stati montati su telai in alluminio e riappesi nella loro collocazione originaria, mentre l'Ultima cena è integra e completata da due fascie inferiori con candelabre, la Crocifissione si compone di tre parti a sviluppo verticale. Le sinopie invece sono state arrotolate su rulli di legno e così conservate, finchè nel 2005 sono state affidate a Marina Baiguera per un intervento di restauro. L'iconografia del ciclo decorativo è piuttosto complessa: sui lati brevi sono raffigurate l'Ultima Cena e la Crocifissione di Gesù che alludono al sacrificio eucaristico. La parte superiore dei lati maggiori presenta un fregio condotto con una estrema varietà di motivi che va dalla ripresa del bas de page da foglio miniato ai fregi con puttini, tritoni, delfini e foglie d'acanto, recuperati da qualche stampa mantegnesca, alternati a medaglioni monocromi con i Re d'Israele caratterizzati da una potenza scultorea che trova corrispondenza nei rilievi dell'Amadeo e in Agostino de Fondulis. Al di sopra, all'interno di lunette, troviamo ventidue personaggi dell'ordine di Sant' Agostino, i Magistri sacrae paginae, proposti ad incarnare valori didascalici e morali: sono raffigurati in attività speculative (leggono o scrivono), uno sovrintende ai lavori di costruzione di una chiesa per questo è stato tradizionalmente identificato con Gian Rocco de Porzi, primo abate e promotore della edificazione della chiesa e del convento di Crema. I frati sono modellati con un rilievo molto forte, dal contorno netto, i volti sono connotati da una forte astrazione geometrica che denuncia gli ultimi orientamenti di Da Cemmo (Bramantino, Zenale, Civerchio). Nella volta troviamo in ventiquattro tondi a monocromo (fingono bronzo e pietra, materiali imperituri come gli exempla) con storie dell'Antico testamento: Creazione di Eva, Cacciata dal Paradiso, Il Diluvio universale, La Torre di Babele, La fuga di Loth da Sodoma, Benedizione di Giacobbe e primogenitura di Esaù, Il sogno di Giacobbe, Mosè salvato dalle acque, Banchetto vetero-testamentario (Pasqua ebraica?), Idolatria di Salomone, Salomone e la regina di Saba, Il giudizio di Salomone, L'angelo sterminatore, Mosè e il serpente di bronzo, La consegna delle dodici tavole a Mosè e l'adorazione del vitello d'oro, Mosè prega in cima ad una collina mentre gli ebrei sconfiggono gli Amaleciti, Mosè fa scaturire l'acqua da una roccia, Il Passaggio del Mar Rosso, Il Sacrificio di Isacco. Queste scene sono caratterizzate da una tecnica diversa affine a quella delle miniature: i panneggi sono rialzati con tocchi di biacca, le figure sono allungate e smagrite, la mimica è forzata, lo stile sciolto e fluido. Le volte unghiate sono state dipinte a secco con motivi vegetali acantacei popolati da mostri, uccellini e sfingi che derivano dall'Antifonario di Cremona e dall'Ordo Manualis di Crema (Marubbi). Gli affreschi del refettorio di Crema tendono a proiettare nel presente monastico le vicende bibliche ed evangeliche e costituiscono una rilettura della salvezza in chiave agostiniana
Il convento di Crema era il capofila dell'Osservanza agostiniana di Lombardia, nata il 18 febbraio 1439 sotto la guida di Gian Rocco de Porzi
Collocazione
Crema (CR), Museo Civico di Crema e del Cremasco
Credits
Compilazione: Miscioscia, Annunziata (2014)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/CR230-00016/
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