Stemma
produzione pavese
Descrizione
Ambito culturale: produzione pavese
Cronologia: 1708
Materia e tecnica: maiolica
Misure: 40
Descrizione: Grande vaso ad orcio con ampie spalle e stretto collo in maiolica 'alla faentina'
Notizie storico-critiche: Il grande vaso è testimonianza del passaggio a Pavia di maestranze faentine che diffondono in città lo stile compendiario, i cosiddetti 'bianchi' specialità della produzione ceramica faentina. Nel 1568 troviamo documentato a Pavia un Tomaso de Faencia (A.S.C.Pv., a.c. 24); nel 1592 Giulio Favintino, mercante e proprietario di fornace a Lodi insieme al fratello Matteo Cavallari, protesta perché non gli viene permesso di vendere la propria mercanzia al mercato di Pavia (A.S.C.Pv., a.c. 471); nel 1609 Antonio Dusi, bergamasco ma residente a Lodi, marito di Taddea Cavallari, chiede un privilegio decennale per introdurre in città la fabbrica della maiolica 'faencia'. Il vaso qui in esame documenta che la maiolica 'alla faentina' continua ad essere prodotta a Pavia ancora agli inizi del XVIII secolo.
Inoltre i documenti d'archivio trovano conferma nei numerosi cocci e scarti di fornace di maiolica 'alla faentina' ritrovati durante gli scavi di archeologia urbana (di cui il più ricco ed importante è lo scavo per il collettore fognario del 1976 sul Lungoticino). A Pavia si producono soprattutto 'bianchi' araldici. Proveniente dal Legato testamentario di Camillo Brambilla, è registrato nell'inventario dei beni lasciato dal Brambilla alla Civica Scuola di Pittura: ' Due grossi recipienti in terracotta verniciata per unguenti e oli santi trovati a Casteggio, casa Porro dove sono monache e donati al Giulietti, da Giulietti donati a Camillo Brambilla'.
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
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