Cestino
produzione pavese
Descrizione
Ambito culturale: produzione pavese
Cronologia: ca. 1600 - ca. 1699
Materia e tecnica: maiolica
Misure: Ø 23.5
Descrizione: Cestino a bordo rialzato con due piccoli manici nastriformi completamente traforato in maiolica bianca 'alla faentina'
Notizie storico-critiche: A Pavia è documenta la presenza di maestranze faentine che importano in città (fine XVI - inizi XVII secolo) il nuovo e rivoluzionario stile compendiario inventato dai ceramisti di Faenza (nuova attenzione alle forme che imitano i più sontuosi argenti e la messa a punto di un candido e cremoso smalto bianco con stagno come opacizzante). Nel 1634 a Pavia è presente Scipione Tamburino (o Tamborno) definito come 'Maestro da maiolica', un caso unico nelle carte pavesi, personaggio di spicco nel mondo della maiolica perché già nel 1616 è attestato che produceva (prima ad Ostiglia e poi a Mantova) maiolica di qualità per il Duca Gonzaga. Ed in questi anni non può che trattarsi, per Pavia, di maiolica 'alla faentina'. Inoltre i documenti d'archivio trovano conferma nei numerosi cocci e scarti di fornace di maiolica 'alla faentina' ritrovati durante gli scavi di archeologia urbana (di cui il più ricco ed importante è lo scavo per il collettore fognario del 1976 sul Lungoticino). A Pavia si producono soprattutto 'bianchi' araldici.
Nel 1568 troviamo documentato a Pavia un Tomaso de Faencia (A.S.C.Pv., a.c. 24); nel 1592 Giulio Favintino, mercante e proprietario di fornace a Lodi insieme al fratello Matteo Cavallari, protesta perché non gli viene permesso di vendere la propria mercanzia al mercato di Pavia (A.S.C.Pv., a.c. 471); nel 1609 Antonio Dusi, bergamasco ma residente a Lodi, marito di Taddea Cavallari, chiede un privilegio decennale per introdurre in città la fabbrica della maiolica 'faencia'.
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
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