Cestino
produzione pavese
Descrizione
Ambito culturale: produzione pavese
Cronologia: ca. 1600 - ca. 1699
Materia e tecnica: maiolica
Misure: 9 x 12 x 11.5
Descrizione: Piccola cestina ovale traforata con manico a nastro attorcigliato in maiolica bianca.
Notizie storico-critiche: Il cestello ovale traforato è di derivazione faentina sia per la forma che per il decoro. A Pavia è documentato il passaggio di maestranze faentine che diffondono in città lo stile compendiario, i cosiddetti 'bianchi' specialità della produzione ceramica faentina. Nel 1568 troviamo documentato a Pavia un Tomaso de Faencia (A.S.C.Pv., a.c. 24); nel 1592 Giulio Favintino, mercante e proprietario di fornace a Lodi insieme al fratello Matteo Cavallari, protesta perché non gli viene permesso di vendere la propria mercanzia al mercato di Pavia (A.S.C.Pv., a.c. 471); nel 1609 Antonio Dusi, bergamasco ma residente a Lodi, marito di Taddea Cavallari, chiede un privilegio decennale per introdurre in città la fabbrica della maiolica 'faencia'. Nel 1634 a Pavia è presente Scipione Tamburino (o Tamborno) definito come 'Maestro da maiolica', un caso unico nelle carte pavesi, personaggio di spicco nel mondo della maiolica perché già nel 1616 è attestato che produceva (prima ad Ostiglia e poi a Mantova) maiolica di qualità per il Duca Gonzaga. Ed in questi anni non può che trattarsi, per Pavia, di maiolica 'alla faentina'. Inoltre i documenti d'archivio trovano conferma nei numerosi cocci e scarti di fornace di maiolica 'alla faentina' ritrovati durante gli scavi di archeologia urbana (di cui il più ricco ed importante è lo scavo per il collettore fognario del 1976 sul Lungoticino). A Pavia si producono soprattutto 'bianchi' araldici. Per quanto riguarda questo esemplare si tratta di un tardo modello di lontana derivazione faentina.
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