Smalto
ambito lombardo
Descrizione
Identificazione: Madonna in trono e Santi
Ambito culturale: ambito lombardo
Cronologia: post 1490 - ante 1500
Tipologia: oreficeria
Materia e tecnica: rame / smalto a pittura
Misure: 68 mm x 95 mm
Notizie storico-critiche: Lo smalto è montato entro una cornice di legno dorato decorata con foglie di gusto Neoclassico. Il Malaspina nel suo Catalogo del 1824 descrive l'opera come una "Pace in ismalto antico consimile al Niello [...]. Lo smalto è a chiar-oscuro con tinta alquanto cilestra, come praticossi talvolta nelle prime stampe, e come può osservarsi nel così detto giuoco del Mantegna". In stretta relazione con questa composizione è infatti un niello, sempre facente parte della collezione Malaspina (si veda la scheda relativa, inv. St. Mal. 5423). Paola Venturelli (2000, p. 586 e 2003) per prima portò l'attenzione sullo smalto e sul niello della collezione Malaspina, proponendo un'attribuzione all'ambito lombardo, sicuramente per lo smalto, e anche per il niello che, a suo parere, ne costituirebbe una derivazione. Risultando però questo smalto in controparte rispetto al niello, e quindi nello stesso verso della prova su carta, si potrebbe più semplicemente dedurre che sia stato lo smalto ad avere tratto ispirazione dalla composizione del niello, verosimilmente nota attraverso una prova su carta antica (se l'unica stampa nota oggi è da considerarsi moderna [si veda la scheda relativa, inv. St. Mal. 5455], si deve presupporre l'esistenza di un'altra prova antica, oggi perduta).
Lo smalto trova analogie con altri pezzi della produzione lombarda del XV secolo, indagata da Paola Venturelli (2000 e 2003), sia nella maniera di rendere le fisionomie, sia per i panneggi e la resa delle rocce del paesaggio in primo piano: gli influssi foppeschi e butinoniani trovano riscontro nel confronto con gli smalti della Passione di Cristo nel piede del tabernacolo donato nel 1495 dal vescovo Carlo Pallavicino alla cattedrale di Lodi (Museo Diocesano d'arte sacra), quelli dello Specchio della Regina Isabella (Granada, Cattedrale) e quello del medaglione con Episodi della Passione di Cristo (Madrid, collezione Valencia de D. Juan).
Per la figura del San Sebastiano, in particolare, è stato rilevato dalla stessa studiosa un confronto diretto con una tavoletta (Bergamo, collezione privata) già attribuita Vincenzo Foppa, ma considerata oggi piuttosto un'eco dell'ascendenza foppesca.
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/F0130-00003/
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