L'intervento italiano (Allegoria dell'intervento)

Carpi, Aldo

L'intervento italiano (Allegoria dell'intervento)

Descrizione

Autore: Carpi, Aldo (1886-1973), pittore

Cronologia: 1915

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tela / pittura a olio

Misure: Ø 255 cm (con cornice); Ø 239 cm (senza cornice)

Descrizione: Dipinto olio su tela raffigurante Pietro Calvi.

Notizie storico-critiche: Il dipinto entra nel 1934 come dono di Aldo Carpi con la seguente registrazione "Grande quadro a olio raffigurante allegoria dell'intervento. Opera del donatore - formato circolare Ø 2.20, con cornice. La figura rappresenta Pietro Calvi".
La grande tela è immortalata in una bella immagine pubblicata nel settembre 1935 sulla rivista Città di Milano che mostra la sua collocazione originaria nel Museo della Guerra allestito al Castello Sforzesco (A. Dotti, I manifesti della vittoria. Museo della Guerra, in "Città di Milano", settembre 1935, pp. 453-247: 457), in cui il dipinto era esposto al di sopra di una serie di documenti relativi alle prime campagne italiane in Africa. Collocato successivamente a chiusura del Museo del Risorgimento nella sede di Palazzo Moriggia assieme ad altri documenti relativi alla prima guerra mondiale e alla campagna di Libia, venne spostato nel Museo di Storia Contemporanea a Palazzo Morando fino alla fine degli anni Novanta, quando il museo venne chiuso.

L'intervento italiano costituisce uno degli esiti più riusciti di Aldo Carpi nella pittura di grande formato. Il maestro, nato a Milano nel 1886, ha vissuto nel capoluogo lombardo gran parte della sua vita, fino alla morte nel 1973. La sua vasta produzione artistica testimonia la sua costante ricerca nel cogliere la realtà attraverso simboli eloquenti: nella sua poetica le "maschere", i "carabinieri", gli "Charlot" diventano i protagonisti più frequentemente evocati e portatori di significati 'altri'. Carpi è stato professore dell'Accademia di Brera e ha partecipato alla prima guerra mondiale. Denunciato per antifascismo, nel 1944 è stato deportato nei campi di sterminio di Mathausen e di Gusen. Di questo periodo ha lasciato un commosso e straordinario racconto nelle pagine del Diario di Gusen, pubblicato per la prima volta nel 1971.

Gli anni tra il 1912 e il 1919 sono contrassegnati da una sperimentazione "sintetica" (M. Bianchi, M. De Stasio, Introduzione al catalogo, in Aldo Carpi (1886-1973). Mostra Antologica, catalogo della mostra (Milano, Palazzo Reale, 19 gennaio-25 febbraio 1990), Bergamo 1990, pp. 27-32: 27-28), uno studio di nuove forme espressive legato alle esperienze del tardo simbolismo italiano ed europeo che lo avvicina a Vallotton, Denis, Bernard, Spilliaert e lontana dalle ricerche futuriste. I dipinti del 1915, così come L'intervento italiano, sono caratterizzati da una stesura magra e sintetica, ma carica di espressività.
Baj inserisce il dipinto del suo professore dell'Accademia di Brera nel dopoguerra all'interno della patafisica, una corrente artistica nata da Alfred Jarry definita come una scienza che si prefigge di studiare il particolare e le eccezioni e spiegare un universo supplementare al nostro. Bay sottolinea infatti l'ambiguità dell'interpretazione per i simboli in esso rappresentati: L'intervento italiano è un tondo scorciato dal basso in cui un ragazzo pare osannare con slancio giovanile l'entrata dell'Italia in guerra; agita con il braccio sinistro alzato un panno rosso, forse una camicia garibaldina, e contemporaneamente con la destra un panno bianco come per arrendersi. "Attacco al nemico della patria e simultanea resa allo stesso si liquefano nell'irreale cielo segantiniano che fa da fondale" (E. Baj, Per una patafisica dell'arte, in Jarry e la Patafisica. Arte, letteratura, spettacolo, catalogo della mostra (Milano, Palazzo Reale, [27 maggio-20 agosto 1983]),a cura di E. Baj, V. Accame, B. Eruli, Milano 1983, pp. 21-26: 23).

Collocazione

Milano (MI), Palazzo Moriggia | Museo del Risorgimento

Credits

Compilazione: Greco, Maria Olga Caterina (2018)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).