Calice
manifattura veneziana
Descrizione
Ambito culturale: manifattura veneziana
Cronologia: post 1690 - ante 1710
Tipologia: vetri
Materia e tecnica: vetro incolore a soffiatura libera
Misure: 16.8
Descrizione: Calice con con coppa ad imbuto incisa a punta di diamante con motivi floreali e foglie. Corto stelo sormontato da due dischi racchiusi entro un motivo cilindrico, un rocchetto, e corredato da da due alette con creste sulle quali sono visibili i segni della lavorazione con le pinze. Piede a disco con bordo ripiegato inciso a punta di diamente con i medesimi motivi della coppa. Segno del pontello
Notizie storico-critiche: L'incisione a punta di diamante, applicata da Vincenzo Angelo dal Gallo nel 1535 e poi estesa anche ai soffiati (1549), è caratterizzata da motivi decorativi a grottesca, schematici od astratti per tutto il Cinquecento. Nel corso del Seicento, fino ai primi anni del Settecento, la decorazione divenuta più libera da un punto di vista compositivo, e privilegia i soggetti naturalistici, che ricorrono anche nel nostro calice databile pertanto a quest'ultimo periodo (BAROVIER MENTASTI 1995, p.887, fig.26). La datazione proposta trova riscontri precisi con altri soffiati coevi che presentano alcune caratteristiche formali identiche. Il primo confronto è con un vaso con rami di fiori vitrei del Castello di Rosenborg a Copenaghen, facente parte della collezione dei vetri di Federico IV di Danimarca, formatasi intorno al 1708-1709. Questo soffiato ha due anse con creste identiche a quelle del nostro pezzo (BOESEN 1960, n.19). Altri confronti puntuali sono con alcuni calici datati tra la fine del Seicento e gli inizi del Settecento: un pezzo identico, inciso a punta di diamante, è conservato nelle Civiche Raccolte d'Arte Applicata del Castello Sforzesco di Milano (MORI 1996, p.60); altri tre con coppe coniche in vetro incolore decorate a festoni in lattimo, sono nelle Kunstsammlungen der Veste Coburg (THEUERKAUFF LIEDERWALD 1994, pp.312-313, nn.301-303); un calice con coppa in vetro ghiaccio e anse crestate è nel Museo Bagatti Valsecchi di Milano (BAROVIER MENTASTI, TONINI 2003, pp.406-407, n.487); un pezzo, con coppa incolore espansa e stelo "a rigadin" con creste è nel Museo Vetrario di Murano (BAROVIER MENTASTI 1995, p.892, fig.32). Altri calici simili, incisi a punta di diamante con motivi naturalistici e con ansette crestate, sono stati datati sia al Cinquecento: uno è conservato a Roma, nelle collezioni del Museo di Palazzo Venezia, con una datazione improbabile al Cinquecento (MARIACHER s.d., tav. XIII); un altro è stato esposto in occasione di una mostra alla Galleria Laméris di Amsterdam (LAMÉRIS, LAMÉRIS 1991, p.35, n.XIII) che al Seicento come un pezzo della collezione del Wadsworth Atheneum (LANMON 1978, p.24, n.12).
Un calice decorato da ansette crestate in vetro incolore è raffigurato in una natura morta di Pietro Navarra (attivo a Roma nell'ultimo decennio del XVII secolo), Cacciagione e frutta (La natura mortaÂ'1989, vol.II, n. 827) che conferma la diffusione in questo periodo di motivi decorativi a creste sui soffiati del periodo e pertanto anche la datazione proposta per il nostro pezzo.
Collocazione
Varese (VA), Museo Pogliaghi
Credits
Compilazione: Vecchio, Stefania (2003)
Aggiornamento: (2005)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/L0170-00576/
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