Ampolla
manifattura italiana (?)
Descrizione
Ambito culturale: manifattura italiana (?)
Cronologia: (?) 1800 - (?) 1899
Tipologia: vetri
Materia e tecnica: vetro incolore a soffiatura libera; filo vitreo applicato
Misure: 21.6
Descrizione: Ampolla gemina, composta da due elementi a forma di bulbo leggermente schiacciati e uniti tra di loro, terminanti con due colli ricurvi decorati da fili vitrei avvolti. Base poco rilevata con bordo ripiegato nella parte interna.Segno del pontello.
Notizie storico-critiche: Il procedimento di lavorazione con il quale è stato realizzato il nostro pezzo è molto simile a quello utilizzato per un'ampolla di forma simile, datata agli inizi del XVIII secolo, attribuita a Venezia e conservata nel Museo Bagatti Valsecchi di Milano: nella prima fase il vetraio soffia un'unica ampolla ed applica alla bocca ed eventualmente a metà del vetro un filo vitreo a spirale. Successivamente con lo strumento taglia verticalmente il collo così da ottenere due colli separati e strozza il vetro così da dividerlo in due zone, ciascuna corrispondente a uno dei due colli. Mentre i due colli sono mantenuti in posizione divergente, le due parti del ventre vengono ricompattate schiacciandole, pur mantenendone la separazione. Tracce di questa specifica lavorazione rimangono lungo una linea verticale in corrispondenza del taglio e nel filo avvolto intorno ai colli che risulta sfalsato (BAROVIER MENTASTI, TONINI 2003, p.425).
La produzione di ampolle gemine è attestata a partire dal Settecento a Venezia, come documentato da diversi pezzi: uno nel Castello di Rosenborg a Copenaghen, facente parte della collezione di Federico IV di Danimarca, collocabile nel primo decennio del Settecento (BOESEN 1960, n.4), un altro, in vetro girasol, nel Kunstgewerbemuseum di Berlino (DREIER 1989, pp.86-87, n.72) e un terzo nei Musei Civici di Modena (BIETTI, CANOVA, PETTENATI 1993, p.57, n. 23).
Questa forma doveva essere già in produzione nella seconda metà del Seicento, poiché è raffigurata in uno dei disegni tratti dalla corrispondenza tra John Green e Alvise Morelli, datata tra 1667 e 1672 (ZECCHIN 1990, p.68).
La produzione di ampolle, simili nella forma alla nostra, si ritrova nello stesso periodo in altre aree d'Europa: in Francia, in Normandia, la cui produzione è documentata da un pezzo conservato al Louvre, di 10 centimentri più piccolo, datato alla metà del XVIII secolo (BELLANGER 1988, p.381; NEWMAN 1993 p.128), decorato con il motivo a fili avvolti, che compaiono anche su un'altra ampolla gemina, conservata nelle Kunstsammlungen der Veste Coburg (THEUERKAUFF LIEDERWALD 1994, p.471, n.563); un altro, attribuito alla façon de Venise, è comparso ad un'asta di Christies (An importantÂ'2000, p.78, n.182); un terzo esemplare di produzione toscana è stato datato al XVIII secolo (LAGHI 1994, p. 88). Ampolle gemine, con fili avvolti erano prodotte anche ad Altare nell'Ottocento (MALANDRA 1983, fig.191) e forse a tale area sono da attribuire alcuni pezzi conservati nel Castello di Issogne, facenti parte del corredo vetrario, allestito nella Sala da pranzo, datati all'ultimo ventennio del XIX secolo (SOFFIANTINO 2000, figg.-11). Un'altra ampola molto simile ricoperta da un motivo in paglia, datata presumibilmente al XIX secolo, è conservata nel Museo Ariana di Ginevra (BAUMGARTEN 1995 a p.80, n.107).
Per la nostra ampolla si può forse proporre una datazione all'Ottocento sia per il colore del vetro sia per la fattura, anche se questa datazione non è completamente certa.
Collocazione
Varese (VA), Museo Pogliaghi
Credits
Compilazione: Vecchio, Stefania (2003)
Aggiornamento: (2005)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/L0170-00629/
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