Cavalli
Mazzacurati Marino
Descrizione
Autore: Mazzacurati Marino (1907/ 1969), autore
Cronologia: 1967
Tipologia: disegno
Materia e tecnica: pennarello su carta
Misure: 680 mm x 490 mm
Descrizione: cavallo al galoppo
Notizie storico-critiche: Nella seconda metà degli anni sessanta Mazzacurati realizza numerosi lavori grafici che raffigurano uno o più cavalli o lotte tra cavalieri e animali feroci, su ispirazione dell'opera dei pittori romantici francesi Gericault e Delacroix (Omaggio Mazzacurati, 1971, tavv. 44, 48-53).
La stessa collezione Lajolo ne conserva due di questa serie (NSK 105 e NSK 106): si tratta di scene costruite con più elementi, che hanno dunque una composizione più complessa e mossa rispetto a quella di questo foglio che ha per soggetto un unico cavallo; inoltre, eseguite a china, tempera o acquarello, presentano una maggiore fluidità di tratto, non consentita dalla tecnica del pennarello utilizzata per il presente disegno.
Mazzacurati si trova in quella fase della sua carriera in cui si dedica prevalentemente alla scultura, restando il disegno uno sfogo in cui egli esercita più liberamente la sua fantasia e sviluppa l'aspetto sperimentale della sua ricerca.
"Poi (...) credo che siano stati pochi i monumenti, i quadri, i disegni, gli scherzi pittorici che non mi abbia fatto vedere mentre li costruivi (...)", scrive Lajolo nel 1971 in una lettera al defunto amico "Mazza", riferendosi al periodo successivo al rientro di entrambi da un festival della gioventù a Berlino (fine anni '50 - primi anni '60) che vide il consolidarsi della loro amicizia (Lajolo 1971).
Nel periodo che va dalla fine degli anni '50 alla morte di Mazzacurati (1969), sono quindi numerose le occasioni in cui l'artista può regalare all'amico i suoi disegni. Alcuni, come rivela la dedica segnata sul foglio, risultano un omaggio alla compagna di Lajolo, Angela Candiani, come accade nel caso di questo disegno.
Sulla base della testimonianza di Lajolo sopra riportata, oltre che su quella dell'analisi stilistica, si deduce che i lavori di Mazzacurati presenti nella collezione sono quelli realizzati nel dopoguerra, nonostante le preferenze dello scrittore andassero ai lavori pittorici eseguiti dall'artista prima del conflitto, all'epoca della Scuola Romana (Lajolo, 1984).
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