Zolla
Zauli Carlo
Descrizione
Autore: Zauli Carlo (1926/ 2002), autore
Cronologia: ca. 1976 - ca. 1980
Tipologia: scultura
Materia e tecnica: gres
Misure: 16 cm x 13 cm
Descrizione: massa sferoidale scavata da solchi; superficie porosa; colore grigio scuro e bianco lungo i profili dei solchi
Notizie storico-critiche: La forma della sfera comincia a divenire dominante nell'arte di Zauli a partire all'incirca dal 1968, quando lo scultore ha ormai abbandonato gli esordi geometrizzanti ed è appena entrato in quella che lui stesso definisce la terza fase della sua ricerca, "improntata su modulazioni sensibili e molto vicine alla natura" (Vivaldi C. 1973).
Le sfere di Zauli infatti non sono tanto assimilabili all'archetipo geometrico quanto piuttosto alle forme naturali (frutti caduti dall'albero, sassi, zolle), laddove l'archetipo è stato sottoposto a pressioni e spinte deformanti, esterne ed interne alla materia.
"Tutto in Zauli parte dalla zolla di terra" scrive Davide Lajolo, unito allo scultore da un'amicizia che trova le sue motivazioni anche nelle comuni origini contadine e nell'amore per la campagna. "Proprio la terra sulla quale si cammina, quella che senti respirare sotto l'erba quando fai sosta da ragazzo dopo una corsa sfrenata, quella che tuo padre squarciava con l'aratro lasciando le zolle splendere al sole o intridersi d'acqua nera e nebbia grigia negli inverni d'ombra e di gelo" (Lajolo D. 1976).
Anche la scelta del grès, il materiale utilizzato da Zauli in questa come nella maggior parte delle sue sculture, è in sintonia con questa poetica.
Il grès è un materiale povero, che preclude il gioco di effetti cromatici tipico della tradizionale maiolica faentina. Esso limita la gamma di colori a quelli compresi tra il nero e il bianco, consentendo dunque a Zauli di utilizzare esclusivamente le pur ricche sfumature del grigio (Vivaldi C. 1973).
I limiti relativi alla gamma cromatica si risolvono però a favore di una maggiore attenzione al rapporto tra forma e materia, oggetto principale della ricerca dell'artista.
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
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