Paesaggio fluviale con pescatore
Motti Giuseppe
Descrizione
Autore: Motti Giuseppe (1908/ 1988), autore
Cronologia: 1971
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: olio su carta
Misure: 68 cm x 48.5 cm
Descrizione: paesaggio con fiume blu-verde; la bassa vegetazione in primo piano indica la riva, su cui sta, in piedi, un pescatore raffigurato dalle caviglie in su; questi indossa un cappello e regge con la mano sinistra gli scarponi, con la destra una canna da pesca; la figura è delineata col pennello nero che ne traccia i contorni e ne suggerisce con velature i volumi lasciando intravedere dietro di essa i colori del paesaggio sopra cui è stata raffigurata; i colori giallo-arancio e viola del cielo indicano l'ora del tramonto
Notizie storico-critiche: Questo dipinto raffigura il soggetto scelto da Motti come protagonista della sua pittura. Dopo aver affrontato, nell'immediato dopoguerra, quale animatore del movimento realista milanese, temi legati agli orrori della guerra, al lavoro, alle periferie urbane, a partire dalla metà degli anni '50 l'artista comincia a dipingere quasi unicamente gli abitanti delle rive del fiume della sua terra padana: barcaioli, pescatori, contadini, donne che si bagnano nell'acqua.
"Giuseppe Motti è il pittore del Po: il grande fiume è ormai diventato per lui la naturale ragione poetica delle sue emozioni. Il Po fa parte della sua storia di uomo e d'artista, a cominciare dal primo tempo della sua infanzia" (De Micheli 1971).
Il dipinto della collezione Lajolo, benchè - come indica la data - ne sia uno dei primi esempi, appartiene già alla fase in cui l'artista supera il linguaggio formale realista fino ad allora seguito (v. NSK 176) per volgersi, con l'inizio degli anni '70, ad una tavolozza sempre più accesa e a composizioni in cui gradualmente il paesaggio prende il sopravvento sulla figura umana.
In un articolo a commento della mostra di Motti tenutasi a Jesolo nel 1973, prima importante occasione di presentazione dei nuovi lavori, così scrive Lajolo: "Ma d'improvviso ecco lo scatto fuori del reale, colori come fossero precipitati da un altro cielo, volti diversi, appena segnati, appena visibili in scomposizioni, e intonazioni che s'affidano al mito come se un misterioso sommovimento avesse scosso Motti dal profondo e tutto fosse da mutare e tutto fosse da ricominciare." (Lajolo 1973).
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
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