Paesaggio fantastico con figure
Pericoli Tullio
Descrizione
Autore: Pericoli Tullio (1936/), autore
Cronologia: 1967
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: acrilico / china, tempera su carta
Misure: 35 cm x 50 cm
Descrizione: in primo piano a sinistra, uomo che gioca a golf, raffigurato dalla vita in su con le braccia sollevate nell'atto di sferrare il colpo; sullo sfondo a destra, su un prato in cui giace la sacca con i bastoni da gioco, un secondo personaggio corre verso sinistra in atteggiamento timoroso; sullo sfondo, una città-macchinario fantastica, con torri che appaiono come trombe suonanti
Notizie storico-critiche: Il dipinto fa parte della produzione di illustrazioni realizzate da Pericoli per giornali e riviste a partire dal momento in cui egli giunge a Milano, nel 1961.
Sul retro del foglio compare infatti, segnata a matita, la scritta "Succ": la stessa scritta compare sul retro di altre opere della collezione Lajolo, provenienti dalla redazione del mensile "Successo" (NSK 215-216); in quei casi, accanto ad essa appare però anche il timbro dell'Archivio fotografico della Aldo Palazzi Editore, qui invece assente.
L'opera di Pericoli è effettivamente una delle tre illustrazioni, da lui eseguite, pubblicate su quella rivista a corredo di un articolo di Pietro Di Gennaro. Nell'articolo, dal titolo "Uomo x uomo y. Quando il management diventa scienza", l'autore, immaginando le conseguenze dell'introduzione degli elaboratori elettronici nel settore lavorativo, tra le altre cose scrive: "Si profila la fabbrica del futuro costituita come qualcuno ha detto scherzosamente da "impianti automatici circondati da campi da golf dai quali i lavoratori sono chiamati ad intervenire da sirene di emergenza" (Successo 1967).
E' esattamente questa parte del lungo articolo che Pericoli traduce in immagine nel dipinto conservato all'interno della collezione Lajolo.
La casa editrice del mensile "Successo", la Aldo Palazzi, è la stessa per la quale, tra il 1960 e il 1974, lavora anche Angela Candiani (per il settimanale "Tempo illustrato"), ed è proprio a motivo di ciò che lei ricorda di avere conosciuto Tullio Pericoli (2000, comunicazione orale).
Sicuramente dunque è tramite lei che l'opera entra a far parte della collezione Lajolo.
Pericoli infatti fa parte di quella minoranza di artisti presenti all'interno della collezione che, legati alla Candiani e non a Davide Lajolo, non figurano tra i nomi di coloro dei quali lo scrittore si è interessato dedicando loro articoli e presentazioni di mostre.
All'epoca della realizzazione di quest'opera, Pericoli ha già esordito come pittore (1963) e ha lavorato frequentemente sul soggetto della città contrapposta al singolo, che sembra essere presente anche in questo dipinto (Tullio Pericoli 1972).
In esso inoltre si può notare l'utilizzo di una tecnica particolare in cui il disegno a china non è eseguito direttamente sulla carta ma su una stesura di colore acrilico bianco sulla quale l'artista lavora imprimendovi diverse "textures".
La tecnica corrisponde a quella descritta tra i primi passaggi del procedimento pittorico illustrato da Arturo Carlo Quintavalle nel catalogo in cui il critico introduce una serie di dipinti di Pericoli, raffiguranti paesaggi, presentati nel 1972 in una mostra a Milano, alla Galleria Angolare Arte Contemporanea (Quintavalle 1972).
Questo lavoro potrebbe dunque rappresentare uno dei momenti iniziali dell'elaborazione di quel complesso procedimento, che giungerà ad esiti definitivi qualche anno dopo.
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/LA010-00219/
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