STORIA DI CUPIDO E PSICHE
Pippi Giulio detto Giulio Romano; Rinaldo Mantovano (attr.); Pagni Benedetto (attr.); Penni Gianfrancesco detto Fattore (attr.); Ghisoni Fermo (attr.)
Descrizione
Autore: Pippi Giulio detto Giulio Romano (1499 ca./ 1546), ideatore / esecutore / pittore; Rinaldo Mantovano (attr.) (notizie 1528-1564), pittore; Pagni Benedetto (attr.) (1504/ 1578), pittore; Penni Gianfrancesco detto Fattore (attr.) (1488 ca./ 1528), pittore; Ghisoni Fermo (attr.) (1505/1575), pittore
Cronologia: ca. 1526 - ca. 1528
Tipologia: pertinenze decorative
Materia e tecnica: affresco finito a secco; affresco; stucco a stampo; stucco dorato; stucco; stucco modellato
Misure: 9.73 m x 8.35 m
Notizie storico-critiche: La camera è detta "di Psiche" in quanto il soggetto principale della decorazione dipinta consiste nella vicenda di Amore e Psiche narrata nel romanzo "Le Metamorfosi" (o "L'asino d'oro") di Apuleio (libri IV-VI). La decorazione pittorica e plastica si data, secondo la critica più recente, tra giugno 1526 e la fine del 1528 circa, durante la prima fase dei lavori della villa, concentrati negli ambienti dell'ala settentrionale. L'ideazione, la progettazione disegnativa e la regia complessiva, oltre all'assai probabile esecuzione di determinati brani, spetta a Giulio Romano. I collaboratori coinvolti sono i pittori Benedetto Pagni da Pescia, Rinaldo Mantovano, Gianfrancesco Penni e - forse - Gerolamo da Treviso il Giovane, ai quali possono verosimilmente aggiungersi plasticatori del cantiere giuliesco al momento privi di un'identificazione certa. L'iscrizione in caratteri lapidari romani "FEDERICUS GONZAGA II MAR(CHIO) V S(ANCTAE) R(OMANAE) E(CCLESIAE) ET REIP(UBLICAE) FLOR(ENTINAE) CAPITANEUS GENERALIS HONESTO OCIO POST LABORES AD REPARANDAM VIRT(UTEM) QUIETI CONSTRUI MANDAVIT" corre su tutte e quattro le pareti della stanza, separando le dodici lunette soprastanti dalle scene dipinte nella metà superiore delle pareti. Le lunette sono riservate alla continuazione della storia di Amore e Psiche, mentre le pareti vere e proprie ospitano anche altre favole mitologiche: la preparazione di un banchetto ad op era di ninfe e satiri e in presenza di alcune divinità (ovest); il "Bagno di Venere e Marte", "Bacco e Arianna", "Marte insegue Adone" (nord); "Giove e Olimpiade", "Polifemo, Aci e Galatea", "Pasifae" (est); il banchetto di Amore e Psiche (sud). Tra gli studi dedicati all'analisi storico-critica e all'interpretazione del ciclo si segnalano, in particolare, le proposte di D'Arco (1838), Intra (1887), Gombrich (1951), Hartt (1958), Verheyen (1972 e 1977), Signorini (1983), Arasse (1985), Oberhuber (1989). Una minuziosa rilettura critica di tali posizioni è svolta, con aggiornamenti, da Belluzzi (1998) e Cavicchioli (2002). La camera è stata oggetto di numerosi interventi di restauro, a partire dagli anni Ottanta del XVIII secolo quando, sotto la direzione di Giovanni Bottani, alcuni allievi dell'Accademia di Belle Arti ritoccano parti della decorazione murale: per i restauri novecenteschi si rimanda all'apposito campo RS della presente scheda.
Collocazione
Mantova (MN), Museo Civico di Palazzo Te
Credits
Compilazione: Bonoldi, Lorenzo (2011)
Aggiornamento: Pisani, Chiara (2011)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/M0210-00281/
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