MARTE INSEGUE ADONE
Pippi Giulio detto Giulio Romano; Rinaldo Mantovano (attr.); Pagni Benedetto (attr.); Ghisoni Fermo (attr.)
Descrizione
Autore: Pippi Giulio detto Giulio Romano (1499 ca./ 1546), ideatore / esecutore / pittore; Rinaldo Mantovano (attr.) (notizie 1528-1564), pittore; Pagni Benedetto (attr.) (1504/ 1578), pittore; Ghisoni Fermo (attr.) (1505/1575), pittore
Cronologia: ca. 1526 - ca. 1528
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: affresco finito a secco; affresco
Misure: 351 cm x 385 cm
Notizie storico-critiche: L'affresco, posto sulla parte a sinistra della finestra della parete settentrionale mostra Marte che, trattenuto da Venere, insegue Adone. L'affresco prosegue su una piccola porzione della parete orientale, ove è raffigurato l'arco della porta entro il quale Adone cerca rifugio.
L'affresco è stato eseguito su venticinque stesure di intonaco (giornate), delle quali una si trova sulla parete est. Per quanto concerne le tecniche di riporto del disegno si riscontra la presenza di spolvero per tutte le figure principali (Venere, Marte e Adone). È invece riportata a mezzo di incisioni l'architettura con pergolato sullo sfondo. Una lunga battitura di filo segna il centro della sua composizione. Il disegno del pergolato a forma di semicupola è riportato sull'intonaco con incisioni indirette spesso rinforzate da incisioni dirette. Altre incisioni dirette definiscono la grata del pergolato e le nicchie dell'esedra. Gli altri elementi architettonici (colonna tortile, statue nelle nicchie e fontana) sono riportate per mezzo di incisioni indirette da cartone. I dettagli della corazza di Marte sono segnai da piccole incisioni diretta.
Si riscontrano aree di scarsa coesione fra gli strati dell'intonaco, soprattutto in corrispondenza di una crepa che dal peduccio angolare scende verso la figura di Adone. Altre zone decorse si ritrovano in tutto il pergolato, sulla mascella e sul collo di Marte, sulla prima e sulla quarta nicchia dell'esedra e sul cornicione retto dalla colonna tortile. La zona delle gambe e dei glutei di Adone, così come quella della statua nella nicchia sovrastante, è interessata da fenomeni di cristallizzazione di sali, con conseguenti sollevamenti e cadute. In alcune zone i sali, intrappolati sotto uno strato di resina acrilica stesa nel corso dell'ultimo restauro, hanno causato un imbiancamento della superficie. In corrispondenza del piede sinistro di Adone si riconosce un danno meccanico antico (sparo). Numerosi dettagli finiti a secco, soprattutto nel pergolato, sono andati perduti. Amedeo Belluzzi (1998) assegna a questo affresco il numero 502.
Collocazione
Mantova (MN), Museo Civico di Palazzo Te
Credits
Compilazione: Bonoldi, Lorenzo (2011)
Aggiornamento: Pisani, Chiara (2011)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/M0210-00301/
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