Geometria

Andrea di Pezi (attr.); Pippi Giulio detto Giulio Romano (bottega)

Geometria

Descrizione

Autore: Andrea di Pezi (attr.) (notizie 1528), esecutore; Pippi Giulio detto Giulio Romano (bottega) (1499 ca./1546), esecutore / ideatore

Cronologia: ca. 1527 - ante 1528/02/16

Tipologia: scultura

Materia e tecnica: marmo rosso di verona; stucco dipinto a finto marmo; stucco a stampo

Misure: 85 cm x 217 cm x 189.5 cm

Notizie storico-critiche: La camera è parte del cosiddetto "Appartamento delle Metamorfosi", comprendente anche i due ambienti successivi - la camera delle Imprese e la camera del Sole e della Luna. L'appartamento è ubicato nell'ala settentrionale di Palazzo Te, villa suburbana voluta da Federico II Gonzaga (1500-1540) su progetto di Giulio Romano. I documenti dimostrano che questo ambiente, di assai probabile destinazione privata, fu decorato durante la prima fase dei lavori del palazzo (1524-1527). Un mandato di pagamento del 16 febbraio 1528 (ASMn, Autografi, b.7, c.279r.-v.), è relativo al pagamento di "Andrea stuchiero di Pezi" per l'esecuzione in stucco del fregio del camino.
Il camino, dalle dimensioni notevoli rispetto allo spazio generale della stanza, é collocato sulla parete orientale in posizione eccentrica, a destra della porta di accesso alla camera delle Imprese. La sua altezza complessiva é di poco eccedente quella dello zoccolo non decorato, inserendo la parte terminale della cappa e la cimasa in stucco tra due specchiature a finti marmi della decorazione ad affresco. Sua caratteristica peculiare è l'unione di vero marmo rosso di Verona, componente il corpo, con finti marmi dipinti sulla cappa rifinita in stucco levigato. Le spalle (o mensole) - con base modanata a gola diritta e toro, e fronte a tre scanalature a sezione curva - sostengono l'architrave caratterizzata da un gioco di modanature a listelli, gole diritte e rovesce e fasce piane. Tra le spalle, al di sotto dell'architrave, una traversa a fascia piana mostra l'iscrizione a caratteri capitali "F G II M M V", la quale offre un termine ante quem di datazione del camino e della decorazione d'insieme della camera: Federico II Gonzaga viene qui designato, infatti, V marchese di Mantova, titolo che possedette fino alla nomina a primo duca nel 1530. Le modanature che costituiscono la porzione sottostante la traversa e i lati interni delle mensole concludono elegantemente la bocca del camino, addolcendone il disegno verso l'interno. Una base a gola diritta introduce la voluminosa cappa: questa, dipinta a imitazione del marmo rosso di Verona (componente il corpo del camino), del verde antico e del porfido rosso, riprende e continua la decorazione ad affresco della stanza - in cui la pittura imita la pietra creando l'illusione di specchiature marmoree alle pareti - e si ricollega all'analoga imitazione dei marmi pregiati leggibile sulle travi portanti, le traverse e l'interno dei cassettoni del soffitto: il camino risponde così ad una concezione complessiva unitaria, dichiarandosi in sintonia stilistica con le altre componenti decorative dell'ambiente. Le forme geometriche che costituiscono la decorazione a finti marmi della cappa sono state realizzate con la tecnica dell'incisione diretta; il cerchio, in particolare, è stato riportato con l'uso del compasso.
L'insieme é concluso, sulla sommità della cappa, da una cimasa in stucco composta da una base a fogliami e dall'impresa federiciana del monte Olimpo, ricorrente lungo il percorso degli ambienti del Palazzo. Il confronto stilistico con gli altri camini della villa - cinque, oggi rimanenti: camera delle Imprese, Sala dei Cavalli, camera di Psiche, dei Venti, delle Aquile - porta a evidenziare la sobrietà e linearità del disegno di questo esemplare, in equilibrio visivo con il contesto raccolto dell'ambiente. Le forme eleganti sembrano qui contenere la propria vitalità, soprattutto nell'impostazione essenziale della cappa, il cui ornamento risiede unicamente nelle forme geometriche dipinte a finti marmi e nella raffinata cimasa a stucco. Solo per l'esecuzione di quest'ultimo elemento possediamo testimonianza documentaria, essendo tradizionalmente associata a questo camino la notizia di pagamento a "maestro Andrea stuchiero di Pezi, [...] per havere lavorato in suso uno camino de uno camerino, in la parte de dito palazo verso la citade" ("Giulio Romano. Repertorio di fonti documentarie" 1992, p. 252, citato in bibliografia). La qualifica di "stuchiero" conferita ad Andrea di Pezi indica che l'autore della cimasa era normalmente adibito alla parte ripetitiva degli ornati in stucco, ottenibile - come in questo caso - per mezzo di stampi in legno.

Collocazione

Mantova (MN), Museo Civico di Palazzo Te

Credits

Compilazione: Marocchi, Giulia (2007)

Aggiornamento: Pisani, Chiara (2011)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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