MOTIVI DECORATIVI A FINTI MARMI

Pippi Giulio detto Giulio Romano; Guazzi Anselmo (attr.); Agostino da Mozzanica (attr.)

MOTIVI DECORATIVI A FINTI MARMI

Descrizione

Autore: Pippi Giulio detto Giulio Romano (1499 ca./1546), ideatore; Guazzi Anselmo (attr.) (notizie 1527-1544), esecutore; Agostino da Mozzanica (attr.) (1504 ca./1544), esecutore

Cronologia: post 1527 - ante 1527/10/15

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: intonaco dipinto a finto marmo

Misure: 309 cm x 78 cm

Notizie storico-critiche: La parte inferiore dell'affresco imita una fascia di specchiature marmoree colorate: un uso pittorico di età romana (III stile) già ripreso nel corso del Quattrocento - soprattutto a decorazione di ambienti profani - e caro alla poetica di Giulio Romano, ispirata al modello raffaellesco e incline al virtuosismo dell'imitazione. I princìpi di decoro e convenienza esposti da L.B. Alberti - per i quali i marmi veri sono prerogativa degli spazi sacri - sono rispettati nella villa suburbana del Te, in cui l'imitazione di tali materiali pregiati ricorre con particolare evidenza in questo e in altri ambienti. Le losanghe e le cornici chiare, con venature rosate, imitano assai probabilmente il tipo di marmo pavonazzetto; i fondi delle losanghe alternano porfido rosso e una sorta di nero antico con venature bianche molto accentuate, mentre gli elementi verticali rettangolari fingono il porfido verde di Grecia (o serpentino verde) e il giallo antico. Il numero dei rettangoli - alternativamente con fondo delle losanghe rosso e nero - è di tre sulla parete Sud; cinque sulle pareti Ovest ed Est; due sulla parete Nord. Gli elementi verticali con cerchio giallo centrale sono, complessivamente, 17 (un diciottesimo si collocherebbe, secondo lo schema decorativo, in corrispondenza della cimasa del camino, che lascia intravedere sulla parete una porzione limitata di affresco color giallo).
La fascia a finti marmi è stata realizzata in un'unica pontata per parete (non si riscontrano infatti giunti di intonaco verticali) e successivamente alla decorazione superiore. La pontata risulta infatti soprastante - dunque successiva - alla fascia di intonaco continua che comprende le modanature (cornici) tra i finti marmi e l'inizio dell'intelaiatura architettonica di scene e paesaggi. Ogni lato delle partiture "marmoree" è stato tracciato sull'intonaco fresco tramite incisione diretta con l'aiuto di uno strumento appuntito e di righe. I cerchi gialli appartenenti agli elementi verticali sono marcatamente incisi lungo la circonferenza e presentano un vero e proprio buco al centro (in qualche caso più di uno), segno lasciato sull'intonaco dal compasso. Tale metodo è osservabile lungo la fascia inferiore di tutte e quattro le pareti della stanza ad eccezione della parete Nord, a destra della finestra, dove i comparti geometrici sono stati realizzati tramite battiture di corda. Si potrebbe supporre che anche attraverso incisioni così marcate gli artisti abbiano voluto creare l'illusione dell'incastro tra marmi differenti. La tecnica esecutiva adottata per creare l'illusione del porfido consiste nello spruzzare gocce di colore con le dita dalle setole mozzate di un pennello su un fondo di colore uniforme (rosso o verde), come visibile in fotografia allegata.

Collocazione

Mantova (MN), Museo Civico di Palazzo Te

Credits

Compilazione: Marocchi, Giulia (2007)

Aggiornamento: Pisani, Chiara (2011)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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