Teofilo Folengo
anonimo cinquecentesco
Descrizione
Identificazione: ritratto d'uomo
Autore: anonimo cinquecentesco, pittore
Cronologia: post 1590 - ante 1599
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: tela / pittura a olio; legno / doratura
Misure: 63 cm x 81 cm (dipinto); 85 cm x 103 cm (cornice)
Descrizione: Dipinto a olio su tela con cornice in legno dorato. Opera di forma rettangolare.
Notizie storico-critiche: Figlio di un notaio mantovano e ottavo di nove fratelli, Folengo, il cui nome di battesimo era Gerolamo, nacque a Mantova nel 1491 (1496 secondo alcuni studiosi). Insieme ad altri dei suoi fratelli venne avviato alla vita religiosa sin dal 1508, assumendo il nome di Teofilo. Visse in diversi conventi del Veneto fino al 1524, anno in cui uscì dall?ordine benedettino per diventare precettore privato dei figli di Camillo Orsini e stabilirsi a Venezia. Folengo coltivò assiduamente il genere maccheronico-goliardico, che aveva all?epoca largo seguito nella cultura veneta, riscattandone il carattere di esercizio parodistico ed elevandolo a strumento stilistico-letterario vero e proprio. Attraverso un linguaggio personalissimo, questo originale scrittore riuscì a dare un ritratto assolutamente anticonvenzionale della realtà sociale del suo tempo. La sua opera più nota è l?"Opus maccaronicum" o "Maccheronee", raccolta in quattro redazioni piuttosto diverse tra loro (1517; 1521; 1539-40; 1552 postuma). Folengo morì nel 1544 a Campese (Bassano del Grappa, Vicenza).
Nel dipinto acquistato nel 2008 dal Comune di Mantova da un antiquario di Salisburgo e conservato presso il Museo della Città di Palazzo San Sebastiano, il grande poeta ?maccaronico? appare raffigurato di tre quarti, con la cappa nera benedettina, seduto a un tavolo, di fianco a uno scaffale di legno su cui poggiano alcuni volumi delle sue opere. Il fondo è scuro, in modo che i tratti del viso risaltino meglio: fronte corrugata, sguardo severo e arcate sopraccigliari bianche. La bocca presenta una smorfia involontaria nella parte destra. Proprio sulla base di questo indizio, il dipinto, ritenuto il più antico tra i pochi conosciuti del poeta mantovano, ha ricevuto un'interpretazione medica. Riguardo a Folengo la documentazione, almeno per quanto concerne il suo stato di salute, non è ricchissima. Il ritratto del Museo della Città appare invece molto eloquente: "Quella smorfia sul volto non è certo naturale" - spiega lo studioso Francesco Maria Galassi - "e certamente la causa è patologica. L'approfondimento condotto assieme a mio padre ha portato a individuare un caso di paralisi del nervo facciale che regola la mimica del volto. Paralisi che può essere stata provocata solamente da un ictus, oppure da un tumore cerebrale. Nei documenti disponibili, tuttavia, non ci sono elementi che possano aiutare a chiarire quale tra le due cause sia la più probabile". Però, osservando il quadro, sono state avanzate ulteriori ipotesi: "Nonostante quanto gli fosse accaduto, Teofilo Folengo era ancora in grado di aggrottare la fronte". Un ultimo ragionamento porta a ricavare quali siano state le cause della morte dello scrittore: "Il quadro ci mostra Merlin Cocai con le sopracciglia incanutite: è evidente, pertanto, che l'immagine ritragga Folengo nella parte finale della sua vita, evidenziando come la patologia che lo aveva colpito coincidesse con il suo deperimento fisico e, in seguito, con la morte", avvenuta verso la fine del 1544 a Campese, un centro del Vicentino. "Quella di Folengo, conservata presso Palazzo San Sebastiano, viene ritenuta una rappresentazione dei tratti patologici molto veritiera e fornisce validi elementi per una diagnosi a posteriori". [Galassi F. M. - Galassi S., "Teofilo Folengo?s facial paralysis and unknown demise", in "Neurological Sciences", Ilano 2015, V. 36, n. 10]
Collezione: Collezioni civiche del Museo della Città di Mantova
Collocazione
Mantova (MN), Museo della Città. Pinacoteca Civica
Credits
Compilazione: Marocchi, Giulia (2009)
Aggiornamento: Benini, Monica (2019)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/M0230-00156/
NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).