PSICHE DONA REGALI ALLE SUE SORELLE
Pippi Giulio detto Giulio Romano; Penni Gianfrancesco detto Fattore (attr.)
Descrizione
Autore: Pippi Giulio detto Giulio Romano (1499 ca./ 1546), disegnatore / pittore; Penni Gianfrancesco detto Fattore (attr.) (1488 ca./ 1528), pittore
Cronologia: post 1526 - ca. 1528
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: olio su intonaco
Misure: 180 cm x 171 cm
Notizie storico-critiche: Il primo lacunare ottagonale prospiciente la parete sud della camera raffigura l'incontro di Psiche con le due sorelle (Apuleio, Metamorfosi, V, capp. 7-8). Saputo, da Amore suo marito, che le sorelle, sconvolte da voci che la dicono morta, sono sulle sue tracce, Psiche comincia a tormentarsi per l'impossibilità di incontrarle e infine ottiene da Amore il permesso di accoglierle a palazzo: il marito, pur concedendo la visita e di far dono alle due sorelle di tutto l'oro e i gioielli che vuole, fa giurare a Psiche di non lasciarsi convincere dai loro pericolosi suggerimenti a cercare di scoprire l'identità del consorte. Felice di questa possibilità, Psiche può quindi accogliere presso di sé le sorelle maggiori, alle quali dona "oggetti d'oro e gioielli pieni di pietre preziose": è solo l'inizio di alcuni incontri durante i quali le due, spinte da un'invidia sempre maggiore, giungono a seminare in Psiche il dubbio che il marito sia il temibile mostro annunciato dall'oracolo pitico. La scena va letta assai probabilmente dopo l'ottagono dedicato al "Pranzo di Psiche" (primo del lato est) e non di seguito a "Psiche addormentata" (secondo lacunare del lato est), ad esso più vicino. Psiche, seduta su uno sgabello imbottito dalle gambe tornite, posa nelle mani delle due sorelle preziosi d'oro e gemme, "rosette pelipetale d'oro con la centro una perla grigiastra" e "un diamante a taglio piramidale con base quadrata" secondo la lettura di Signorini. La scena è giocata sull'incastro di volumi differenti: al piano delle rocce che fungono da base alle figure fanno da contrappunto lo spigolo fuoriuscente dello sgabello di Psiche e, più in alto, infine, l'andamento bombato del pergolato sul quale si attorcono pampini d'uva; la frequente comparsa dell'uva negli ottagoni della volta (si confronti "Psiche addormentata") può alludere alla ricchezza di cui Psiche è circondata, oltre che all'abbondanza "bacchica" propria della reggia di Amore. I pampini attorti a una sorta di pergolato ritornano anche al centro della parete meridionale della camera, dedicata al sontuoso banchetto di nozze di Amore e Psiche, e grappoli d'uva compaiono con frequenza all'interno della decorazione. La luce del dipinto attraversa il pergolato e accarezza le sete colorate delle vesti delle tre figure, scivolando in basso sulla base di roccia ed erba fiorita. Il pannello è realizzato a olio su un intonaco di malta finissima, applicato a stuoie di canne intrecciate, a loro volta ancorate al telaio ligneo portante della volta. Ideazione e disegno spettano esclusivamente a Giulio Romano, mentre discussa dalla critica è la responsabilità dell'esecuzione pittorica: se Hartt ipotizza la mano di Gianfrancesco Penni, Oberhuber individua invece l'intervento del maestro. Belluzzi concorda con Oberhuber nell'ipotizzare il tocco di Giulio Romano, riconoscibile soprattutto nella finezza di taluni dettagli. Come tutte le scene dipinte della volta, anche quella in esame presenta ridipinture, mappate durante le analisi preventive al restauro ICR del 1986. Tutti i pannelli, e questo in particolare, presentavano, prima del restauro del 1986, cadute di colore, ridipinture più e meno estese e una patina superficiale bruna: la scelta metodologica attuata dai restauratori ICR è stata quella di rimuovere tale patina ma di conservare i ritocchi dei precedenti interventi, a meno che questi non fossero visibilmente alterati o che non fosse necessario sacrificarli per mettere in opera interventi conservativi.
Collocazione
Mantova (MN), Museo Civico di Palazzo Te
Credits
Compilazione: Marocchi, Giulia (2011)
Aggiornamento: Pisani, Chiara (2011)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/M0230-00217/
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