Colonnina
bottega mantovana
Descrizione
Ambito culturale: bottega mantovana
Cronologia: ca. 1400 - ante 1420
Tipologia: scultura
Materia e tecnica: marmo rosso di verona
Misure: 142 cm x Ø 14 cm
Descrizione: Colonnina a fusto liscio, con base.
Notizie storico-critiche: Grazie alla testimonianza offerta dal negativo dello Studio Fotografico Giovetti di Mantova n. E1973 (cfr. DO), la colonnina in oggetto - completa, ma fratturata in quattro pezzi - é ora riconosciuta in uno dei marmi di riuso componenti la scala di un cortile privato di un'abitazione del Ghetto cittadino, in larga parte demolito a partire dal 1905 circa.
Tale cortiletto costituiva uno degli scorci più suggestivi dell'antico quartiere ebraico mantovano, come risulta dalle parole dello storico Stefano Davari ("Gazzetta di Mantova", 19 dicembre 1904, in Colorni, Patuzzi 2011, pp. 63-64. Cfr. DO). La descrizione che Davari fa del cortiletto, in procinto di essere demolito, si sofferma in particolare sulla scala dell'abitazione: "quattro pilastrelli quadrangolari tenevano una sbarra di ferro che proteggeva dalle cadute, e li collegava. Su d'essi quattro colonnette si alzano dritte e snelle, due più gagliarde ed alte a sostenere un balcone, le altre più leggere e basse, la tettoia saliente come la scala. Le testate dei gradini, sporgenti dal muro di sostegno esterno, erano tutte istoriate, a teste d'uomini e d'animali, a sigle cabalistiche, a fregi strani". La scaletta - specifica Davari - conduceva ad appartementi privati ma anche allo Scem-tov, luogo di riunione di una confraternita di ebrei studiosi del Talmud e altri libri sacri.
La colonnetta in esame - una delle tre sostenenti la tettoia della scala e l'angolo del balcone visibili in fotografia - fu con tutti i marmi componenti la scala traslocata al museo civico di Mantova in occasione della demolizione dello stabile. Il 5 novembre 1904 (cfr. DO) la "Commissione Direttiva del Civico Museo, dietro la visita fatta in sopraluogo nel demolendo quartiere del Ghetto compreso fra le vie Orefici, Tubo, Scuola Grande e P.F. Calvi per la scielta degli oggetti meritevoli di essere conservati in Museo" dispose il trasporto - tra gli altri - delle "parti di gradino lavorate e le colonnette componenti la scala d'accesso al Pio Bagno Norsa": tra esse, dunque, il marmo in oggetto.
La colonnina fu collocata nel cortile del palazzo accademico, sede del museo, dove infatti risulta registrata in occasione della stesura dell'elenco degli oggetti giacenti in quest'area (6 aprile 1915, voce n. 16 "Colonnetta in marmo rosso intera, ed altre due frammentarie (4 framm), Alt. m 1,15; diam 13". Cfr. DO): tale elenco costituisce parte integrante del verbale di consegna con cui, il 15 maggio 1915, il Comune effettuò il deposito a Palazzo Ducale di parte delle proprie raccolte artistiche (cfr. DO). A ulteriore conferma della corrispondenza del pezzo (e delle colonnette gemelle) alla voce n. 16 del sopracitato elenco interviene il numero "16" stampato a inchiostro su uno dei quattro frammenti, affine per tipo ai numeri riscontrati su altri marmi registrati nel cortile del palazzo accademico.
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/M0230-00353/
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