Inferriata
bottega mantovana (?)
Descrizione
Ambito culturale: bottega mantovana (?)
Cronologia: post 1500 - ante 1599
Tipologia: pertinenze decorative
Materia e tecnica: ferro battuto
Misure: 193 cm x 97.5 cm
Descrizione: Inferriata di portale a mezzaluna, suddivisa in dodici spicchi ornati da doppio motivo a "S".
Notizie storico-critiche: L'inferriata ornava il portale n. inv. gen. 11349 (Palazzo Ducale, Castello di S. Giorgio, pianterreno): detto da N. Giannantoni (?) (cfr. scheda dattiloscritta, DO) già "in opera sul passaggio dai chiostri di S. Domenico al cortile del Palazzo dell'Inquisizione", é individuabile nel portale consegnato dal Comune di Mantova all'amministrazione di Palazzo Ducale nel maggio 1924 (cfr. DO). L'avviso di ricevuta descrive, infatti, il pezzo come "portale in marmo con inferriata a mezzaluna proveniente dal passaggio demolito fra il secondo chiostro di S. Domenico e il porticato dell'ex palazzo dell'Inquisizione".
Il Comune di Mantova, divenuto proprietario della Caserma Landucci ricavata negli spazi dell'ex chiesa e convento di S. Domenico (acquisto effettuato il 20 marzo 1924, cfr. ASCMn, C.C., b. 5, classe I-art. 2, fasc. 40 "Caserma S. Domenico, ora Landucci") con la finalità di abbattere lo stabile in attuazione del nuovo piano regolatore, dispone tra 1924 e 1926 circa il deposito a Palazzo Ducale, già sede delle collezioni civiche, di marmi e altri manufatti presenti nel complesso conventuale: portali, lapidi, sculture e altri marmi di tipo architettonico. In particolare, il portale con inferriata in oggetto figura tra i pezzi provenienti da S. Domenico consegnati il 30 maggio 1924: con esso, le due colonne nn. invv. genn. 11382 e 11383 del primo chiostro.
La demolizione del complesso conventuale - con una prima eccezione riguardante il campanile e il fianco occidentale dell'ex chiesa, gravati "dalla servitù di pubblico rilevante interesse [...]" (cfr. contratto di acquisto 20 marzo 1924 su citato) - é sostazialmente accolta da una voce importante della cultura mantovana dell'epoca, nonché Direttore del Museo di Palazzo Ducale: Clinio Cottafavi che, descrivendo le parti di maggior interesse della chiesa e degli annessi, auspicandone la conservazione, indica nel riutilizzo dei materiali artistici di S. Domenico la giusta via di qualificazione delle nuove costruzioni cittadine, in primis i portici. Scrive Cottafavi (7 dicembre 1921, cfr. bibliografia): "Contro la demolizione del convento e del Palazzo della Inquisizione, se non completa almeno parziale, perché il secondo chiostro, forse il più vecchio, potrebbe salvarsi, non dovrebbero pur sorgere serie obbiezioni, a mio credere, malgrado la leggiadria dei due chiostri e specialmente del secondo, che ha diretta comunicazione col sacrato della Chiesa a mezzo di una porta il cui arco é chiuso da una ferriata di bel lavoro e di gustoso disegno [...]".
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/M0230-00376/
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