AMAZZONOMACHIA
Dalmaschio Luigi; Pellegrini Giovanni
Descrizione
Autore: Dalmaschio Luigi (notizie fine sec. XVIII - inizio sec. XIX), esecutore; Pellegrini Giovanni (notizie fine sec. XVIII - inizio sec. XIX), esecutore
Cronologia: ca. 1790 - ca. 1791
Tipologia: scultura
Materia e tecnica: stucco
Misure: 247 cm x 71 cm
Notizie storico-critiche: Nella zona inferiore della parete Est della camera del Sole e della Luna, in posizione centrale, è murato il calco in stucco dell'originale della fronte di un sarcofago romano databile alla metà del II secolo dopo Cristo, ora conservato nella Sala di Troia in Palazzo Ducale a Mantova. Prima di trovare tale collocazione definitiva, l'originale era diviso in due pezzi e collocato nella villa della Favorita su due porte della Loggia destra verso il giardino per poi passare nel Museo dell'Accademia. Il rilievo, realizzato in marmo italico a fine grana con calda patina giallastra e diviso in tre parti da due rotture verticali, mostra numerose aggiunte posteriori, quali la ferita sul petto del primo guerriero caduto a sinistra, la testa e il dorso del guerriero girato di spalle che afferra l'Amazzone per i capelli e, nel centro, la testa dell'Amazzone morta con il braccio inarcato intorno al capo. Inoltre risultano rilavorate le pelli di pantera con piccoli cerchi incisi esclusa l'ultima del lato destro, la pelta dell'Amazzone morta, l'elmo del penultimo guerriero e l'intera figura dell'ultimo guerriero nell'angolo destro.
Il calco in gesso, come tutti gli altri che decorano le pareti della camera del Sole e della Luna, è racchiuso da una cornice in stucco a ovuli, detta "kymation", ed è stato realizzato alla fine del Settecento da due allievi di Giovanni Bellavite, professore di Ornato e Plastica presso la mantovana Reale Accademia di Scienze, Lettere e Arti: Luigi Dalmaschio e Giovanni Pellegrini. Il bassorilievo è diviso in tre gruppi, ciascuno composto da cinque figure.
Partendo da sinistra, un'Amazzone cade da cavallo dopo aver abbattuto un guerriero greco che giace al suolo e tenta inutilmente di liberarsi dalla stretta di un altro guerriero rappresentato di spalle che la afferra per i capelli. Accanto a lei giacciono a terra la doppia scure e la sua pelle di pantera. In secondo piano un'Amazzone con elmo e stivali e con il seno destro scoperto lotta con un guerriero greco intorno ad un cavallo impennato che afferrano entrambi per le briglie. Nel gruppo centrale un'Amazzone, ancora seduta a cavalcioni sul suo cavallo caduto a terra, viene minacciata da un guerriero che appoggia il ginocchio destro sulla groppa dell'animale. Un'altra, seduta sopra al proprio cavallo, la soccorre, volgendosi indietro per colpire l'avversario, ma nel frattempo un altro guerriero la attacca dal lato opposto con lo scudo e la spada sguainata. Sotto l'animale giace a terra un'Amazzone morta con il braccio destro inarcato attorno al capo. Nell'ultimo episodio sulla destra un'Amazzone sta scendendo dal proprio cavallo caduto mentre un guerriero in completa armatura la minaccia con la spada. Sullo sfondo un altro insegue un'Amazzone fuggente, mentre un terzo, nell'estremo angolo, sembra osservare la scena. Un particolare a luce radente delle fotografie allegate pone in risalto il giunto dello stampo sui volti dei guerrieri greci del primo gruppo a sinistra: ciò dimostra come, per realizzare il calco, Dalmaschio e Pellegrini abbiano dovuto lavorare in più riprese, con il frequente impiego di tasselli per i sottoriquadri, e su diversi livelli. Un secondo particolare, sempre a luce radente, mostra come sulla maggior parte di ciascuna delle figure sia incisa una numerazione in ordine progressivo da sinistra verso destra: sono ben visibili il numero dieci sulla parte posteriore del cavallo a terra, il numero undici sulla spalla destra dell'Amazzone a cavalcioni sull'animale, il numero dodici sulle terga del cavallo al centro del calco e il numero tredici sul seno scoperto dell'Amazzone seduta in groppa al suo destriero. Un terzo particolare vuole testimoniare l'annerimento superficiale che si concentra in maniera particolare in alcune zone del calco. Infine un ultimo particolare a luce radente evidenzia i motivi decorativi che ornano lo scudo del secondo guerriero greco da destra.
Collocazione
Mantova (MN), Museo Civico di Palazzo Te
Credits
Compilazione: Cipolla, Eleonora (2007)
Aggiornamento: Pisani, Chiara (2010)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/M0240-00061/
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