Martirio di San Sebastiano

Costa Lorenzo detto il Giovane (attr.)

Martirio di San Sebastiano

Descrizione

Autore: Costa Lorenzo detto il Giovane (attr.) (1537/1583), esecutore

Cronologia: ca. 1570 - ca. 1580

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: olio su tela

Misure: 267 x 429

Notizie storico-critiche: La "Nota delle pitture...." pubblicata anonima nel 1749 informa che sull'altare maggiore di San Sebastiano, chiesa dei canonici regolari di San Salvatore, tutte le "tavole che vi si veggono sono dei fratelli Costa". La tela con il Martirio di San Sebastiano è segnalata poi da F.Antoldi sull'altare maggiore del tempio con l'attribuzione a Lorenzo Costa. G.Susani nel 1831 ne conferma la collocazione. P.Coddè nelle sue memorie riferisce il dipinto a Lorenzo Costa [il Giovane]. Nel 1848 la chiesa venne chiusa al culto e trasformata in deposito e caserma militare. In seguito (1852) l'opera ormai irrimediabilmente rovinata viene trasportata in Palazzo Accademico dove risulta nell'inventario di G.B.Intra delle opere della Pinacoteca Civica (1895). Nel 1902 V.Matteucci lo segnala presso il Museo Civico attribuendolo a Lorenzo Costa il Vecchio.
Il dipinto passa poi in Palazzo Ducale ( non è riconoscibile con sicurezza nei verbali di consegna delle opere del Comune: forse 1915, 15 maggio, "Sei tele", o 1922, 23 novembre, "un rotolo con tre dipinti grandi senza telaio" ) e dal 1994 viene collocato nuovamente in S.Sebastiano.
L'opera risulta di difficile lettura a causa delle diffuse lacune.
Bibliografia completa in J. Rykwert, A.Engel, 1994.

Il dipinto viene notato in San Sebastiano, per la prima volta nel 1739, da Charles de Brosses, in visita a Mantova.
Alla fine del '700 Bartoli segnala il dipinto perché ne riconosce la paternità di "Lorenzo e fratelli Costa", attraverso una lettura a confronto con la Moltiplicazione dei pani e dei pesci ( telone spostato nel 1784 sulla controfacciata di san Barnaba ). La fortuna e l'interesse per l'opera si protraggono per tutto l'Ottocento fino ad renderlo oggetto di un importante - probabile - restauro nella seconda metà degli anni trenta. Per l'occasione il dipinto viene ricoverato nel palazzo dell'Accademia.

Nel 1994 Marelli attribuisce l'opera a Lorenzo Costa "il Giovane" ritenendo che l'arciere in piedi derivi dal telone del 1522 di di Lorenzo "il Vecchio" conservato a Praga: L'investitura di Federico II Gonzaga a gonfaloniere della Chiesa.

Al dipinto si collega, inoltre, un disegno conservato al Département des Arts graphiques del Louvre, schedato come opera di anonimo italiano del XVI, di cui L'Occaso riconosce delle affinità con la tela in oggetto, soprattutto per quanto riguarda la scelta compositiva nella disposizione delle figure.
Bibliografia e riferimenti completi in: L'Occaso, Museo di Palazzo Ducale di Mantova : catalogo generale delle collezioni inventariate : dipinti fino al 19. secolo. - Mantova, 2011.

Collocazione

Mantova (MN), Chiesa di S. Sebastiano detta Famedio

Credits

Compilazione: Pisani, Chiara (2000)

Aggiornamento: Pisani, Chiara (2005)

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