Il miracolo di San Mauro

ambito lombardo

Il miracolo di San Mauro

Descrizione

Identificazione: Miracolo di San Mauro

Ambito culturale: ambito lombardo

Cronologia: post 1700 - ante 1720

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tela / pittura a olio

Misure: 250 cm x 350 cm (intero)

Descrizione: Il dipinto raffigura San Mauro, in piedi di profilo sulla destra della composizione, vestito interamente di nero, che resuscita un muratore caduto da un'impalcatura: l'uomo seminudo giace disteso a terra in primo piano, leggermente di scorcio, sdraiato su una barella coperta da un telo bianco, mentre comincia a muovere le mani e a sollevare la gamba destra. Tutt'intorno a loro si accalca la folla che assiste al miracolo, a cominciare dai due soccorritori in primo piano ai lati del dipinto, che osservano stupiti il santo allungare la mano destra verso il ferito. La parte superiore della composizione è occupata dalle architetture cittadine, sul cui sfondo si nota l'impalcatura che ha provocato l'incidente; dall'arco centrale, sopraggiunge in volo un piccolo gruppo di angioletti avvolti in panneggi colorati.

Notizie storico-critiche: In una fase iniziale l'opera è stata erroneamente indicata come raffigurante San Bernardo e attribuita al De Pietri (Giulini, 1923), tuttavia è successivamente emersa l'impossibilità di determinare con certezza l'autore del dipinto, mentre l'effettivo soggetto rappresentato, il miracolo di San Mauro, è stato identificato sulla base del raffronto con una tela di medesimo soggetto conservata a Milano nella chiesa di S. Simpliciano, opera di Gerolamo Chignoli (notizie 1620-1644). In entrambi i dipinti si può riscontrare la stessa impostazione, con il santo tutto vestito di nero al centro della composizione, circondato da ampie architetture sullo sfondo, tuttavia mentre la tela milanese è pervasa da una concitazione drammatica, che culmina nella rappresentazione della caduta del muratore dal ponteggio in secondo piano, nell'opera di Parabiago il ritmo è più pacato, più misurato, i gesti degli astanti sono bloccati e sullo sfondo rimane solo l'impalcatura vuota. (Gatti Perer, 1966)
L'opera sembra rifarsi ai racconti narrati dalla biografia di San Mauro redatti dall'abate Odone di Glanfeuil che, senza produrre prove documentarie, afferma di aver riscritto un testo redatto da Fausto, il monaco con il quale Mauro porta la regola benedettina in terra franca. L'impianto della tela mostra vaghi riferimenti ad alcune opere pittoriche presenti in centro Italia e, come tradizione per il culto del santo, non sviluppa particolari attributi iconografici. Di derivazione indiretta del culto di San Mauro voluto dall'ordine Cluniacense, esso risponde in parte ai canoni e alla fortuna agiografica del santo a seguito del concilio di Trento, quanto l'abate cassinese Placido Puccinelli profuse molte energie per diffonderne il culto, dando origine ad una imponente raccolta di studi sul monaco benedettino. Riprendendo indirettamente la tradizione miniaturistica dei secoli preconciliari nell'opera di Parabiago San Mauro è raffigurato con le sembianze di uomo giovane, senza barba, e con la mano destra benedicente, discostandosi da quanto raffigurato in alcune opere del XVII secolo quali, ad esempio il Miracolo di San Mauro dipinto da Teresa Muratori conservato nella Chiesa del Crocifisso del complesso monumentale della Basilica di Santo Stefano a Bologna detto anche delle sette chiese.

Collocazione

Provincia di Milano

Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. Ovest Milanese

Credits

Compilazione: Antonacci, Laura (1996)

Aggiornamento: Uva, Cristina (2009); Tosi, Luca (2010)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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