Camera degli Imperatori
Giulio Romano; Primaticcio, Francesco (attribuito); Nicolò da Milano (attribuito); Rinaldo Mantovano (attribuito); Campi, Felice
Descrizione
Identificazione: Giulio Cesare
Autore: Giulio Romano (1499 ca.-1546), ideatore / pittore; Primaticcio, Francesco (attribuito) (1504-1570), pittore; Nicolò da Milano (attribuito) (notizie sec. XVI secondo quarto), stuccatore; Rinaldo Mantovano (attribuito) (m. 1546 ante), pittore; Campi, Felice (1746-1817), pittore
Cronologia: post 1529 - ante 1530post 1788 - ante 1789
Tipologia: pertinenze decorative
Materia e tecnica: intonaco / pittura a fresco; stucco / modellatura
Descrizione: Il soffitto a volta è costituito da un ottagono centrale (decorato con l'episodio di Cesare che fa bruciare le lettere di Pompeo), sei pannelli rettangolari (di cui sono stati identificati i ritratti degli imperatori Cesare, Filippo il Macedone, Alessandro Magno, Augusto), due tondi ad olio (illustrati con la Continenza di Scipione che restituisce al nemico la promessa sposa fatta prigioniera, e Alessandro Magno mentre ripone l'Iliade in uno scrigno). Agli angoli della volta, vittorie alate e putti in stucco presentano quattro imprese gonzaghesche (boschetto, salamandra, monte Olimpo, Zodiaco). Un fregio, affrescato con putti giocosi, corre sotto la volta.
Notizie storico-critiche: L'iconografia della decorazione è stata scelta per esaltare, attraverso gli esempi classici, virtù necessarie ai sovrani come la generosità, il rispetto dei diritti, il mecenatismo. Se infatti Cesare, che si rifiuta di leggere le lettere di Pompeo e ordina di bruciarle, e se Scipione, che restituisce incolume una giovane, consegnatagli come schiava dopo una vittoria, al legittimo promesso sposo, sono esempi antichi di magnanimità e continenza, il porre nel prezioso scrigno di Dario il libro di Omero è segno dell'alta considerazione in cui Alessandro teneva il poema e insieme sintesi del grande fenomeno culturale dell'Ellenismo (Signorini 2001). Agli angoli della base della volta vi sono le imprese gonzaghesche del boschetto, della salamandra, del monte Olimpo e dello Zodiaco. Quest'ultima, di lettura astronomica e astrologica complessa, presenta la terra immobile nel firmamento, come sottolinea il motto IN EODEM SEMPER (sempre nello stesso luogo), interpretabile come metafora della fedeltà in amore. La cronologia dell'intervento decorativo è discussa, ma pare ragionevole collocarla in parallelo con i lavori nell'attigua camera degli Stucchi. Una datazione nel biennio 1529-1530 consente di mantenere aperta la questione sull'intervento pittorico al centro della volta (Cesare che ordina di bruciare le lettere di Pompeo), attribuito a Primaticcio, e di attribuire gli stucchi a Nicolò da Milano. Secondo il parere di Oberhuber, sono da attribuire a Rinaldo Mantovano: Augusto, i quattro personaggi che affiancano i tondi e la Continenza di Scipione; allo stesso Giulio Romano lo studioso propone di attribuire il riquadro di Alessandro Magno e il tondo con l'episodio del sovrano e i libri di Omero (Bazzotti 2004). Il fregio che corre sotto la volta, animato da putti giocosi e caratterizzato da una certa ambiguità tra pittura e rilievo, viene dipinto nel 1788-1789 dal mantovano Felice Campi.
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
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