Sala di Pisanello
Pisanello
Descrizione
Identificazione: Bohort al torneo del re Brangoire
Autore: Pisanello (1395 ca.-1455 ca.), pittore
Cronologia: post 1430 - ante 1440
Tipologia: pertinenze decorative
Materia e tecnica: intonaco / pittura a fresco; intonaco / terra rossa; intonaco / pittura a tempera; pastiglia / argentatura; pastiglia / doratura
Misure: 9.50 m x 17.50 m (ambiente)
Descrizione: Il grande ambiente è situato al primo piano di un edificio tardogotico perpendicolare al Palazzo del Capitano. Il ciclo, realizzate a tecnica mista (affresco, tempera, pastiglia, applicazioni in oro e argento), è rimasto incompiuto. Ritrovato dopo più di cinque secoli, è stato oggetto di un intervento di stacco, gli strappi ora sono visibili riportati su tela e applicati su un supporto di alluminio. Si sono conservate le sinopie del ciclo con la sola eccezione della parete occupata dalle finestre e dal camino, collocato tra le due grandi aperture. Le sinopie della parete breve, raffiguranti la scena del torneo, e di una piccola parte di quella contigua sono ottenute utilizzando indifferentemente il colore rosso e il colore nero, mentre a partire dalla raffigurazione delle damigelle che assistono al torneo da un padiglione è utilizzato esclusivamente il colore rosso. Nell'attigua Sala dei Papi è esposta la grande sinopia relativa alla scena del Torneo.
Notizie storico-critiche: Il grande ambiente è situato al primo piano di un edificio tardogotico perpendicolare al Palazzo del Capitano. Nel Settecento prese il nome di sala dei Principi da un fregio affrescato con i ritratti dei Gonzaga, rimosso nel 1963-1964 ed ora collocato nel corridoio del Palazzo del Capitano. Tale strappo permise la scoperta del ciclo cavalleresco eseguito da Pisanello, artista fra i pù noti rappresentanti del gotico internazionale, e rimasto incompiuto.
Le vicende storiche e i ripetuti rifacimenti della sala hanno modificato l'aspetto della decorazione realizzata da Pisanello, fino a rendere estremamente difficoltosa la lettura di quanto sopravvissuto al tempo e alle manomissioni dell'uomo. La struttura muraria del grande vano non ha subito altre modifiche sebbene l'abbassamento di circa un metro del livello del pavimento, realizzato in epoca guglielmina, ne abbia fortemente modificato l'impatto visivo e il totale rifacimento dell'intonaco nella parte bassa delle pareti abbia distrutto ogni testimonianza della eventuale decorazione della zona inferiore della sala. E' in ogni caso verosimile che le scene figurate non arrivassero fino a terra, ma cominciassero al di sopra di una zoccolatura monocroma o decorata con motivi geometrici. Purtroppo le consistenti perdite, dovute all'apertura di nuove porte, alla costruzione di un nuovo camino, nonchè alla demolizione di vaste zone dell'intonaco, rendono ancora più difficoltosa la lettura del ciclo, impedendo di capire quanta parte sia stata lasciata incompiuta dal pittore e quanto invece sia andato distrutto dal tempo e dall'uomo. Circa il soggetto della decorazione, gli afreschi rappresentano un episodio appartenente al ciclo arturiano - elaborato nel corso della prima metà del secolo XIII - che tanta diffusione ebbe nel mondo medievale, come testimoniano anche gli inventari delle biblioteche delle corti signorili, tra cui quella degli stessi Gonzaga che nel 1407 contava ben cinquanta codici dedicati a temi cavallereschi. Com'è noto, il ciclo arturiano si compone di cinque distinti romanzi. La maggior diffusione e il maggior favore li ebbe soprattutto la terza parte del ciclo, la più ampia delle storie: "Lancelot du lac". Questa è dedicata appunto a Lancillotto e ai cavalieri della Tavola Rotonda, di cui fa parte anche Bohort che è il principale protagonista del ciclo mantovano. Del testo letterario, infatti, gli affreschi mantovani ripropongono in maniera puntuale l'episodio iniziale del torneo organizzato dal re Brangoire al castello della Marca. Il re ha riunito cento cavalieri e molte damigelle, il cavaliere più valoroso potrà sposare la figlia del re. Bohort, cugino di Lancillotto e tra i più importanti cavalieri della Tavola Rotonda, dimostra grande valore e le dame che assistono lo dichiarano campione della giornata. Il re offre agli ospiti un sontuoso banchetto, preparato sotto un grande padiglione, durante il quale la figlia chiede ai dodici migliori cavalieri di narrare ciascuno un'avventura di cui sia stato protagonista. L'identificazione del ciclo pittorico con l'episodio descritto trova sicura conferma proprio nel fatto che i nomi dei cavalieri che compaiono sulle sinopie seguono esattamente la sequenza in cui i personaggi sono presentati nel romanzo. Sulla scorta del testo letterario si è quindi certi sia del tema scelto per la decorazione pittorica sia, soprattutto, del fatto che la narrazione ha inizio con l'arrivo del cavaliere Bohort al castello dove si svolge il torneo, sull'angolo sinistro della parete finestrata, per proseguire poi senza interruzioni sugli altri lati della sala. La narrazione non procede quindi da sinistra verso destra, secondo l'uso più consueto, ma da destra verso sinistra. La realizzazione del ciclo prese avvio, ovviamente, con l'esecuzione delle sinopie che sopravvivono su tutti i lati della sala con la sola eccezione della parete occupata dalle finestre e dal camino collocato tra le due grandi aperture. Le sinopie della parete breve, raffiguranti la scena del torneo, e di una piccola parte di quella contigua sono ottenute utilizzando indifferentemente il colore rosso e il colore nero, mentre a partire dalla raffigurazione delle damigelle che assistono al torneo da un padiglione è utilizzato esclusivamente il colore rosso. (ALGERI 2003, pp. 64-74).
Precisi riferimenti alla corte di Mantova si possono individuare nei collari con il pendente del cigno raffigurati nel fregio della parete affrescata e identificabili con i collari delle Esse, stemma dei Lancaster concesso a Gianfrancesco Gonzaga nel 1436. Il marchese, che con quasi certezza fu il committente dell'opera, è raffigurato nel cavaliere all'estrema destra in basso, come suggerisce la scritta del suo nome appena distinguibile sui finimenti del cavallo. (PROSEGUE NEL CAMPO OSS)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/MN020-00089/
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