Sala dello Zodiaco
Costa, Lorenzo; Andreasi, Ippolito (attribuito)
Descrizione
Identificazione: Segni zodiacali
Autore: Costa, Lorenzo (1537-1583), pittore; Andreasi, Ippolito (attribuito) (1548-1608), pittore
Cronologia: ca. 15801812 - 1814
Tipologia: pertinenze decorative
Materia e tecnica: intonaco / pittura a olio; stucco / pittura
Descrizione: L'ambiente si trova in un'ala di Corte Vecchia, all'interno dell'Appartamento Verde. L'ampia superficie del soffitto a padiglione è stata decorata ad olio su un intonaco aggrappato ad una volta costruita con un intreccio di canne palustri, tenuto in sospensione da un telaio ligneo. Dal cornicione a scendere vi sono decorazioni di epoca napoleonoca: lesene neo-egizie e quattro sovrapporte con bassorilievi in stucco.
Notizie storico-critiche: Non prima dell'estate del 1575, lasciato al figlio Vincenzo l'appartamento di Castello non del tutto terminato, Guglielmo Gonzaga (1538-1587) decise di trasferirsi in Corte Vecchia. La cronistoria della ristrutturazione della nuova sede è ricostruibile da un numero considerevole di documenti d'archivio, anche se in massima parte limitati ai secondi semestri degli anni 1579-1581. L'appartamento occupa parte di edifici medioeveli addossati ai palazzi bonacolsiani che prospettano su piazza Sordello e si estende anche con autonome appendici, che generano una pianta complessa e aperta, con varietà di strutture e originali soluzioni architettoniche. Profonde trasformazioni subite da quest'area di Palazzo Ducale, specialmente nella seconda metà del Settecento, rendono laboriosa l'identificazione dei luoghi nominati dai consiglieri di corte, ma non restano che marginali incertezze, dopo la conferma dell'ubicazione delle stanze maggiori, giunta dal ritrovamento di una pianta di Bernardino Facciotto e dalla comprensione dell'articolazione delle strutture create in funzione della ritrovata sala dello Specchio. Per alcune stanze Guglielmo riprende i tradizionali nomi medioevali, allusivi a decirazioni di emblemi o imprese: dalla sala degli Arcieri - ora di Pisanello - si passa nelle camere dei Papi, del Sole (poi detta delle Imperatrici), del Leone e, dopo un passetto, in quella dell'Aquila e dei Cani (ora dello Zodiaco) (BERZAGHI 2003, pp. 236-238).
La stanza era anticamente nota come Sala dei Cani per via del bellissimo fregio su tela, raffigurante putti e cani, realizzato alla base del soffitto da Lorenzo Costa il giovane nel 1580 circa. Nel 1922 il fregio venne montato nella Stanza del Crogiolo, dove tutt'oggi è collocato. All'inizio dell'ottocento l'ambiente fu ampiamente rimaneggiato e solo allora venne in uso la corrente denominazione di Stanza dei segni dello Zodiaco o Sala dello Zodiaco. I motivi in stile classicheggiante e neoegizio che ornano le pareti sono ottocenteschi. Allegorie napoleoniche costituiscono il tema iconografico dei quattro pannelli in stucco che sovrastano le porte. Sempre del periodo napoleonico è il letto a baldacchino.
Nel soffitto a padiglione della stanza è tuttora conservata la decorazione ad olio realizzata da Lorenzo Costa il giovane e adi suoi collaboratori (tra i quali probabilmente l'Andreasino), raffigurante su un profondo cielo blu notte il Carro di Diana tra le costellazioni dello Zodiaco. Il carro, trainato da cani, corre fino al sommo della volta verso la costellazione della Vergine, identificata anche in Astrea, la Giustizia, riferimento certo a un'impresa del duca Guglielmo col motto "Cuique suum" illustrata dal letterato Vincnzo Ruscelli. (BERZAGHI 2003, p. 240). In questa rappresentazione delle costellazioni celesti potrebbe esserci un'allusione all'oroscopo del duca Guglielmo, committente dell'opera e nato sotto il segno della Vergine. La possente figura della mitologica Astrea tiene, nella mano sinistra, un fascio di spighe di grano e con la destra indica verso la costellazione della Chioma di Berenice. Intorno a questo gruppo centrale si dispiega la rappresentazione di altre costellazioni come l'Idra, la Nave di Argo, Ercole o Orione, secondo un programma certamente ideato da qualche dotto umanista di corte. Quest tipo di decorazione è caratteristica delle corti rinascimentali e l'attenzione verso l'oroscopo trovava in questo tempo un utilizzo pratico, nelle classi più colte: la decisione del giorno del matrimonio, dell'inizio delle guerre, gli affari, la fondazione di palazzi o di chiese, potevano dipendere da coplessi calcoli astrologici.
L'ampia superficie si presta ad una lettura ideale dal centro della stanza e il calcolo delle deformazioni prospettiche e degli scorci delle figure mise a dura prova l'abilità di Lorenzo Costa il giovane, il quale lavorò non ad affresco, bensì a olio su un intonaco aggrappato a una volta costruita a camorcanna, ossia con un intreccio di canne palustri tenuto in sospensione da un telaio ligneo.
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/MN020-00090/
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