Galleria dei Fiumi
Pedemonte, Pompeo; Crevola, Gaetano; Anselmi, Giorgio
Descrizione
Identificazione: Figura allegorica maschile
Autore: Pedemonte, Pompeo (1515 ca.-1592), architetto; Crevola, Gaetano (1706 ca.-1792), pittore; Anselmi, Giorgio (1722-1797), pittore
Ambito culturale: manifattura veneziana
Cronologia: 15791773 - 1775
Tipologia: pertinenze decorative
Materia e tecnica: intonaco / pittura a fresco; stucco; marmo
Descrizione: L'ambiente si trova in un'ala di Corte Vecchia, all'interno dell'Appartamento Verde e si affaccia sul Giardino Pensile a dodici metri di altezza. Voluto per svolgere la funzione di refettorio di corte, architettonicamente la struttura è un esempio di trasformazione di una loggia aperta in una sala per conviti. La decorazione pittorica si estende interamente sulla volta a sesto ribassato e sulle pareti. Due nicchie in stucco a forma di grotta, con vasi e stemmi, occupano le testate della sala. Un portale in marmo cinquecentesco è collocato al centro della parete dei Fiumi. Al di sopra si trova un busto di moro.
Notizie storico-critiche: Non prima dell'estate del 1575, lasciato al figlio Vincenzo l'appartamento di Castello non del tutto terminato, Guglielmo Gonzaga (1538-1587) decise di trasferirsi in Corte Vecchia. La cronistoria della ristrutturazione della nuova sede è ricostruibile da un numero considerevole di documenti d'archivio, anche se in massima parte limitati ai secondi semestri degli anni 1579-1581. L'appartamento occupa parte di edifici medioeveli addossati ai palazzi bonacolsiani che prospettano su piazza Sordello e si estende anche con autonome appendici, che generano una pianta complessa e aperta, con varietà di strutture e originali soluzioni architettoniche. Profonde trasformazioni subite da quest'area di Palazzo Ducale, specialmente nella seconda metà del Settecento, rendono laboriosa l'identificazione dei luoghi nominati dai consiglieri di corte, ma non restano che marginali incertezze, dopo la conferma dell'ubicazione delle stanze maggiori, giunta dal ritrovamento di una pianta di Bernardino Facciotto e dalla comprensione dell'articolazione delle strutture create in funzione della ritrovata sala dello Specchio. Tra le maggiori alterazioni e distruzioni della seconda metà del Settecento vanno annoverati l'allestimento delle stanze degli Arazzi nelle camere maggiori di Guglielmo e la trasformazione della sala Nuova in sala dei Fiumi; sostituendo all'originale soffitto su lunette una nuova volta a sesto ribassato. Per alcune stanze Guglielmo riprende i tradizionali nomi medioevali, allusivi a decirazioni di emblemi o imprese: dalla sala degli Arcieri - ora di Pisanello - si passa nelle camere dei Papi, del Sole (poi detta delle Imperatrici), del Leone e, dopo un passetto, in quella dell'Aquila e dei Cani (ora dello Zodiaco); da quest'ultima si prosegue a sinistra nella sala Nuova o Refettorio (BERZAGHI 2003, pp. 236-238).
La sala fu progettata nel 1579 da Pompeo Pedemonte e si affacciava come una loggia chisusa sul giardino Pensile, rialzata di ben 12 metri rispetto a piazza Sordello. L'aspetto attuale della Galleria dei Fiumi è principalmente dovuto a interventi realizzati tra il 1773 ed il 1775. Le decorazioni pittoriche sulle pareti e sulla volta vennero infatti realizzate quando la Corte Vecchia del Palazzo Ducale fu adibita a residenza ufficiale del governo austriaco. Nel 1773 il pittore teatrale Gaetano Crevola iniziò a dipingere l'intelaiatura architettonico-decorativa a foggia di pergolato, mentre la realizzazione delle figure dei Fiumi sulle pareti e la decorazione della volta furono affidate ad uno degli artisti più apprezzati dell'epoca, il veronese Giorgio Anselmi che negli anni immediatamente successivi dipinse anche la cupola della Basilica di S. Andrea. Sulle pareti l'Anselmi ritrasse le personificazioni dei fiumi del territorio mantovano (Po, Oglio, Chiese, Mincio, Secchia), sulla volta realizzò il tema mitologico di Fetonte che chiede il carro del Sole al padre Apollo. Intorno all'episodio centrale sono disposte le figure delle Ore e di Saturno, ritratto di spalle e con uno scorcio dal basso, riferimenti iconografici allo scorrere del tempo.
Architettonicamente la struttura è un esempio di trasformazione di una loggia aperta, in una sala per conviti rivolta verso un giardino pensile. Al giardino è strettamente connessa la presanza di due grotte in stucco alle testate della Galleria, la grotta propone infatti un tema molto caro alla cultura delle corti cinquecentesche: l'arte che imita la natura. La grotta più vicina all'ingresso è del primo Seicento e reca in alto le armi gonzaghesche; l'altra probabilmente è stata realizzata ad imitazione della prima alla fine del Settecento, durante l'amministrazione austriaca, ma reca lo stemma napoleonico.
Un portale in marmo cinquecentesco, che in origine conduceva nella cappella privata del duca Guglielmo, è collocato al centro della parete dei Fiumi. Al di sopra si trova un busto di moro, giunto a Mantova nel Settecento e probabilmente di manifattura veneziana.
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
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